Alexandre Cuissardes – Politica
A forza di sentirmelo ripetere, che votare è un diritto dovere, l’ho capito, ma a cosa serve ancora non lo so.
A forza di sentirmelo ripetere, che votare è un diritto dovere, l’ho capito, ma a cosa serve ancora non lo so.
La critica è indulgente coi corvi e si accanisce con le colombe.
Qualcuno è talmente preso dalle sue troppe parti da non riuscire neppure più a distinguere la differenza che c’è fra fare lo stupido ed essere davvero stupido.
Se, come molti dicono, quella alle mafie è una guerra allora è persa in partenza. Non si è mai visto vincere una guerra fatta a chi ha soldi, armi e soldati con i codici, le regole, le carte bollate e la costituzione.
Penso che ogni tanto qualche scappellotto ci voglia per questo tipo di bambinacce. L’elemento della truffa è quello che più mi colpisce. Non c’è stata e non c’è fino ad ora –se ci sarà lo dirò– una censura della Rai e del cattivo Berlusconi contro la satira della Guzzanti. C’è stato un tentativo evidente di guadagnarsi la censura da parte della Guzzanti, che ha associato alla satira, cioè al suo mestiere, un altro mestriere, quello del comizio politico “de paese”, “de borgata”, quello violento, duro, in cui le è scappata anche la famosa espressione “razza ebraica”, perché la ragazza è molto ignorante. La cosa che mi dispiace è la violazione del sacro canone del mestiere dell’attore. Uno fa la satira, punto e basta. Se uno attraverso la satira – come avvenne con Daniele Luttazzi – vuole fare campagna elettorale a favore del proprio partito, non va più in televisione. Molto semplice: non è censura, sono regole, regole sane.
Il re non è un accusato, e voi non siete dei giudici.Voi siete, voi non potete essere altro che uomini di Stato e rappresentanti della Nazione.Vostro compito non è di pronunciare una sentenza pro o contro un uomo, ma di prendere una misura di salute pubblica, di compiere un atto di provvidenza nazionale.
È già forte polemica sulla scelta del santo padre di abbandonare il proprio uffizio da parte di taluni politici convinti della presunta recondita motivazione dietro tale azione: mettere in sordina la propria campagna elettorale. Secca la smentita dai vertici ecclesiastici: “siamo nelle mani di Dio”.