Alexandre Cuissardes – Stati d’Animo
La fragilità degli altri la vediamo, la nostra la sentiamo.
La fragilità degli altri la vediamo, la nostra la sentiamo.
La prima cosa che faccio al mattino è spalancare le finestre, stropicciarmi gli occhi e osservare me stessa che rimango ancora bambina, ancora intenta a meravigliarsi, aprendo le braccia verso un grazie.
Ignari del destino navighiamo su acque torbide, sballottati nel vasto mare dell’inquietudine cerchiamo riparo dalle avversità, le avversità somigliano a scogli nascosti, tentano di minare la nostra navigazione! Ognuno di noi è padrone del suo timone, spesso però correnti modificano le nostre rotte e noi già timorosi del nostro cammino precipitiamo nel buio più assoluto! Perché la vita in realtà è come quella sottile linea che l’occhio vede al di là del mare, oltre il visibile noi non percepiamo il possibile!
È in notti come questa, con le tenebre che t’avvolgono in un gelido abbraccio…che io guardo all’infinito cielo e ripenso al mio passato.Le ombre della notte, si dilungano fino alla soglia del mattino mentre i pensieri…si perdono nel tempo senza apparente età e definizione.
Appartengo ad un’antica stirpe di viaggiatori. Anche io, solitario, mi incammino. E in ogni luogo riconosco i volti dei miei avi; negli intricati disegni sulle cortecce degli alberi, nelle sagome imponenti dei monti. Ogni ruscello sussurra i loro nomi gloriosi, la loro empia voce nel vento segna il mio cammino. Un solo viso mi è estraneo, riflesso nelle calme acque in cui mi fermo a specchiarmi. Pare il volto di uno sconosciuto, odioso compagno. Eppure ero sicuro di essere partito solo. Senza meta vago inseguendo quel riflesso, vago nella speranza di scoprire, un giorno, a chi davvero appartiene quel volto che mi rifiuto di dire mio. Mi incammino, per i mille tramonti a che verranno alla ricerca di un’identità.
Il pensiero va, dove lo porta il cuore.
Voglio bene a chi me ne vuole, a chi mi ha dimostrato che è felice che io faccia parte della sua vita. Voglio bene a quelle persone che sanno donarmi sollievo e serenità, che sanno anche per poco tempo far sue le mie angosce e le mie paure. Voglio bene a chi anche in silenzio non si dimentica che esisto perché trova sempre il modo di rendermi partecipe della sua vita. Ho smesso di voler bene a chi poco ha da dare, pretendendo invece di avere. A chi non ascolta, ma sa solo parlare. A chi fa della mia vita il suo sparlare quotidiano. Io vivo bene vicino a chi come me sa “essere” sempre sincero e soprattutto “vero”!
La prima cosa che faccio al mattino è spalancare le finestre, stropicciarmi gli occhi e osservare me stessa che rimango ancora bambina, ancora intenta a meravigliarsi, aprendo le braccia verso un grazie.
Ignari del destino navighiamo su acque torbide, sballottati nel vasto mare dell’inquietudine cerchiamo riparo dalle avversità, le avversità somigliano a scogli nascosti, tentano di minare la nostra navigazione! Ognuno di noi è padrone del suo timone, spesso però correnti modificano le nostre rotte e noi già timorosi del nostro cammino precipitiamo nel buio più assoluto! Perché la vita in realtà è come quella sottile linea che l’occhio vede al di là del mare, oltre il visibile noi non percepiamo il possibile!
È in notti come questa, con le tenebre che t’avvolgono in un gelido abbraccio…che io guardo all’infinito cielo e ripenso al mio passato.Le ombre della notte, si dilungano fino alla soglia del mattino mentre i pensieri…si perdono nel tempo senza apparente età e definizione.
Appartengo ad un’antica stirpe di viaggiatori. Anche io, solitario, mi incammino. E in ogni luogo riconosco i volti dei miei avi; negli intricati disegni sulle cortecce degli alberi, nelle sagome imponenti dei monti. Ogni ruscello sussurra i loro nomi gloriosi, la loro empia voce nel vento segna il mio cammino. Un solo viso mi è estraneo, riflesso nelle calme acque in cui mi fermo a specchiarmi. Pare il volto di uno sconosciuto, odioso compagno. Eppure ero sicuro di essere partito solo. Senza meta vago inseguendo quel riflesso, vago nella speranza di scoprire, un giorno, a chi davvero appartiene quel volto che mi rifiuto di dire mio. Mi incammino, per i mille tramonti a che verranno alla ricerca di un’identità.
Il pensiero va, dove lo porta il cuore.
Voglio bene a chi me ne vuole, a chi mi ha dimostrato che è felice che io faccia parte della sua vita. Voglio bene a quelle persone che sanno donarmi sollievo e serenità, che sanno anche per poco tempo far sue le mie angosce e le mie paure. Voglio bene a chi anche in silenzio non si dimentica che esisto perché trova sempre il modo di rendermi partecipe della sua vita. Ho smesso di voler bene a chi poco ha da dare, pretendendo invece di avere. A chi non ascolta, ma sa solo parlare. A chi fa della mia vita il suo sparlare quotidiano. Io vivo bene vicino a chi come me sa “essere” sempre sincero e soprattutto “vero”!
La prima cosa che faccio al mattino è spalancare le finestre, stropicciarmi gli occhi e osservare me stessa che rimango ancora bambina, ancora intenta a meravigliarsi, aprendo le braccia verso un grazie.
Ignari del destino navighiamo su acque torbide, sballottati nel vasto mare dell’inquietudine cerchiamo riparo dalle avversità, le avversità somigliano a scogli nascosti, tentano di minare la nostra navigazione! Ognuno di noi è padrone del suo timone, spesso però correnti modificano le nostre rotte e noi già timorosi del nostro cammino precipitiamo nel buio più assoluto! Perché la vita in realtà è come quella sottile linea che l’occhio vede al di là del mare, oltre il visibile noi non percepiamo il possibile!
È in notti come questa, con le tenebre che t’avvolgono in un gelido abbraccio…che io guardo all’infinito cielo e ripenso al mio passato.Le ombre della notte, si dilungano fino alla soglia del mattino mentre i pensieri…si perdono nel tempo senza apparente età e definizione.
Appartengo ad un’antica stirpe di viaggiatori. Anche io, solitario, mi incammino. E in ogni luogo riconosco i volti dei miei avi; negli intricati disegni sulle cortecce degli alberi, nelle sagome imponenti dei monti. Ogni ruscello sussurra i loro nomi gloriosi, la loro empia voce nel vento segna il mio cammino. Un solo viso mi è estraneo, riflesso nelle calme acque in cui mi fermo a specchiarmi. Pare il volto di uno sconosciuto, odioso compagno. Eppure ero sicuro di essere partito solo. Senza meta vago inseguendo quel riflesso, vago nella speranza di scoprire, un giorno, a chi davvero appartiene quel volto che mi rifiuto di dire mio. Mi incammino, per i mille tramonti a che verranno alla ricerca di un’identità.
Il pensiero va, dove lo porta il cuore.
Voglio bene a chi me ne vuole, a chi mi ha dimostrato che è felice che io faccia parte della sua vita. Voglio bene a quelle persone che sanno donarmi sollievo e serenità, che sanno anche per poco tempo far sue le mie angosce e le mie paure. Voglio bene a chi anche in silenzio non si dimentica che esisto perché trova sempre il modo di rendermi partecipe della sua vita. Ho smesso di voler bene a chi poco ha da dare, pretendendo invece di avere. A chi non ascolta, ma sa solo parlare. A chi fa della mia vita il suo sparlare quotidiano. Io vivo bene vicino a chi come me sa “essere” sempre sincero e soprattutto “vero”!