Alexandre Cuissardes – Vita
Chi non ha niente da dire parla sempre troppo.
Chi non ha niente da dire parla sempre troppo.
Nella notte dei tempi, agli albori della vita, l’odio, la cattiveria, la gelosia, l’egoismo, sono stati i pilastri dell’evoluzione, i semi che hanno permesso alla vita di radicarsi sulla terra. Il sangue versato dall’azione dell’uomo è stato il primo carburante della vita. Questi semi erano funzionali e quindi contemplati e accettati da Dio.A controbilanciare questi semi donateci dal Creatore, nell’animo umano sono stati piantati anche i semi dell’amore, del rispetto, della comprensione e della solidarietà.Oggi che la vita non è più a rischio di estinzione, perché prevalgono i primi semi?Mio Dio, forse non hai previsto che l’uomo è meno intelligente di quando tu intelligenza gli hai donato. Hai capito ben presto, e cosi all’indomani della notte dei tempi hai cercato di correggere il software della tua creatura. L’aggiornamento del software è avvenuto attraverso il dettato dei dieci comandamenti, ma nonostante ciò, nonostante oggi la vita è ben radicata sulla terra, l’uomo continua a versare sangue.
I “se” e i “ma” fermano la vita, i “forse” donano una promessa e gli “ora” e “subito” conquistano il mondo.
Il mio pensiero notturno è leggero come una ragnatela che ondeggia dal davanzale della finestra che si apre alla vita, sogno inconsapevole di noi persone comuni che non ci rendiamo conto del suo valore, poco apprezzato quando tutto va bene e prezioso quando camminiamo su un filo sottile con la paura di cadere nel vuoto, ho sempre cercato di godere di ogni minuto, ogni istante, ogni gioia, vivendo il presente, ricordando il passato per bello o brutto che sia e costruendo il mio futuro scontrandomi con la realtà che ci colpisce ogni giorno, cercando di renderla più dolce tramite i sogni.
Rifarsi una nuova vita non equivale a distruggere quella esistente, bensì ad arricchirla e a trasformarla.
La vecchiaia comincia il giorno in cui, invece di scrivere a una donna, le telefoniamo.
Uomo, oggi dici di aver poco tempo, scordando che il passar del tempo è un abbaglio; perché siamo noi che passiamo in esso.