Alexandre Dumas – Libri
Non conosco nessuno che valga d’Artagnan!
Non conosco nessuno che valga d’Artagnan!
Mi chiamo Hella, Hella Rizzolli e la mia voce viene dal passato. Compirò venticinque anni tra pochi giorni, il 15 maggio 1941. Sono a Berlino per un tempo troppo breve, assieme a l’uomo che amo.
Disgraziatamente, ci ostacolano tutti. Come si possono realizzare i propri sogni quando si è tenuti al guinzaglio e ci si sente ripetere solo dei no?
Richard era ligio ai suoi precetti morali, rispettava quei valori che valgono soltanto quando non c’è nessuno che cerca di farti fuori. Se lo avessi sposato, le sue possibilità di condurre una vita vagamente normale si sarebbero azzerate. Io vivevo, per così dire, in una zona di guerra, e Richard meritava di meglio.Invece Jean-Claude viveva nel mio stesso mondo, non si faceva illusioni sulla gentilezza degli sconosciuti; se era per quello, Jean-Claude non si faceva illusioni proprio su nessuno. Se avesse saputo che un assassino mi dava la caccia non ne sarebbe rimasto minimamente sconvolto, anzi mi avrebbe semplicemente aiutata a escogitare una difesa. Certe notti, pensando a Jean-Claude, dicevo a me stessa che ci meritavamo l’un l’altra.
“Le lacrime – pensò – portano con sé tutti i sentimenti che l’anima fa provare nel momento in cui vengono create… che sia gioia, disperazione, infelicità, frustrazione, soddisfazione, esultanza, tristezza, abbandono o qualunque altro sentimento, non importa… il modo più rapido e naturale per dimostrarlo è proprio quello di piangere. Le lacrime sono le messaggere della nostra anima e contengono tutta la potenza dei sentimenti che essa rende possibili.”Andry mosse appena un dito e subito tutte le gocce divennero sottili come pioggia e si precipitarono verso il triangolino per scomparire, man mano, dentro di esso.Lo spettacolo fu stupendo.
Dietro al libro delle facce le persone si muovono.
Tutto ciò di cui ci impossessavamo diventava migliore, più bello e pacifico. Gli umani, invece, erano bestiali e ingovernabili. Talmente abituati a uccidersi l’un l’altro da considerare l’omicidio un gesto comune. […] La guerra aveva infuriato su quasi tutti i continenti. L’assassinio era approvato, ordinato e applicato con cattiveria. Gli abitanti delle nazioni pacifiche fingevano di no vedere, mentre altri membri della specie morivano di fame sotto il loro naso. Non c’era uguaglianza nella distribuzione delle abbondanti risorse del pianeta. La cosa più vile era che i loro discendenti (le nuove generazioni) erano state troppo spesso vittime di crimini atroci. Per mano non soltanto di sconosciuti, ma anche di chi avrebbe dovuto crescerle. L’incuria e l’avidità avevano messo in pericolo l’intero globo. Se qualcuno avesse paragonato il presente della Terra al suo passato, non avrebbe potuto negare che, grazie a noi, era diventata un posto migliore.