Allan Kardec – Religione
Nascere, morire e ancora rinascere e progredire senza sosta: questa è la legge.
Nascere, morire e ancora rinascere e progredire senza sosta: questa è la legge.
Questa volta la maledizione di Dio, oltre che colpire e squartare l’odiata onestà per farne cibo, è rimbalzata come in uno specchio e tornata a lui. Maledizione potente e spaventosa, ma nella furia del momento, di fronte alle parole, e sbavando per l’acquolina, si è dimenticato che siamo tutti sulla stessa barca.
Iddio fece il primo gradino, Caino la prima città.
Se vuoi coltivare la pace, custodisci il creato.
È religione anche non credere in niente.
Che altro sono ancora queste chiese, se non le fosse o i sepolcri di Dio?
Il fine della Chiesa, depositaria unica e suprema della rivelazione, resta in ogni caso quello di riassumere e risolvere la politica nella religione. Ma il fine dello Stato, di qualunque Stato degno del nome, è precisamente le stesso, rovesciato: risolvere la religione nella politica, Dio nell’uomo. Ogni Stato è anche Chiesa; l’autorità politica è necessariamente autorità morale; la storia politica si configura logicamente come “storia sacra”. I suoi fini politici sono anche morali e religiosi: comprendono e riassorbono in sé tutta la possibile morale e religione.