Amharref Walid – Vita
Il tempo mi ha fatto capire molte cose, se non cogli l’attimo avrai perso un ocasione e se perdi un ocasione e come un sogno non realizzato.
Il tempo mi ha fatto capire molte cose, se non cogli l’attimo avrai perso un ocasione e se perdi un ocasione e come un sogno non realizzato.
Si dovrebbe, almeno ogni giorno, ascoltare qualche canzone, leggere una bella poesia, vedere un bel quadro, e, se possibile, dire qualche parola ragionevole.
Più marcata è la bontà, maggiori sono i torti che si ricevono.
Ho imparato che sicuramente sorridere è un’ottima soluzione alla tristezza e una buona condizione per piacere e piacersi di più; che spesso le notizie che credi ti faranno male, ti fanno invece capire quanto sei fortunato e quanto vali; che è sempre bello fermarsi a parlare con le persone che ami dei tuoi e dei loro progetti; che lo sport è una cosa davvero importante e vale la pena farlo costantemente, ma và accompagnato a sane e gustose merende; che sono un ragazzo fortunato; che la distanza e le incomprensioni non sminuiscono la passione e l’attrazione; che conoscere nuove persone è la via preferenziale per conoscere se stessi; che mi piacciono le donne, ma non solo come involucro, preferisco il pacchetto completo (anche se sò che potrei pentirmene di questa affermazione); che dobbiamo essere critici, ma soprattutto autocritici e prendercela a ridere più spesso possibile. Ho imparato che non vedo l’ora che arrivi domani e poi dopo domani e domani l’altro per conoscere ciò che la Vita mi metterà davanti, ma che ho solo adesso e questo preciso momento per vivere il mio presente e che lo sto spendendo per conoscermi meglio. Ho imparato che ho ancora molto da apprendere, ma che ho tutta la voglia di farlo!
Nel mondo non è importante conoscere gli uomini, importa essere più intelligenti di chi si ha davanti sul momento. Lo si constata alle fiere annuali, lo dimostrano tutti coloro che vendono la loro merce gridando a squarciagola.
Per liberarci da un vizio cadiamo spesso in quello opposto.
Prima il caos, poi l’eros, dopo il verbo, in seguito la stupidità e infine ancora il caos o forse il nulla, ma comunque sempre il non essere.