Andrea Costanzo – Cielo
Nell’orizzonte vedo un forte vento soffiar fra il bel paese e il gran mare. Ogni ora grida di dolore, finché la mano di Dio ci liberò.
Nell’orizzonte vedo un forte vento soffiar fra il bel paese e il gran mare. Ogni ora grida di dolore, finché la mano di Dio ci liberò.
Questo colore di cielo sospiro, mi ricorda il profumo del tuo io.
Nuvole al vento, nuvole che vagano senza una meta, come pensieri eterei e senza tempo, nuvole che ci fanno sognare di poter sfiorare il cielo, nuvole che riportano alla mente il passato, svanito in un lampo continuo di felicità, nuvole che ci accompagnano nel presente e verso il futuro, nuvole che assumono le più bizzarre forme risvegliando la nostra fantasia, nuvole pure e innocenti come i sogni di un bambino.
È sempre dopo la tempesta che si può ammirare quanto è bello il sereno.
Il cielo di città mi piace perché puzza di basso, di uomini. Il cielo di campagna invece mi fa paura. C’è solo roba del Signore, lassù: stelle, stelloni, nuvole al galoppo. E poi che mi mettevo a fare in campagna? A litigare con gli alberi? Quelli sono tranquilli, beati, ti fanno sentire uno sputo. La natura è tutta arrogante, è roba diretta del Signore, e giustamente un po’ di strafottenza ce l’ha.
Capirai che il cielo è bello perché in fondo fa da tetto a un mondo…
L’infinito lo trovi anche in un giorno che sta per finire.