Andrea Costanzo – Stati d’Animo
Se guardi solo in un punto non vedrai altro che te stesso, sei solo.
Se guardi solo in un punto non vedrai altro che te stesso, sei solo.
Poi ti rendi conto che non erano problemi, erano attimi. Gli attimi restano finché li pensiamo come problemi, nel momento in cui cessiamo essi fanno ciò che è nella natura delle cose lasciate a se stesse: scivolano sul tessuto del tempo. Non è certo la regola, ma penso che la regola non sia un vincolo ma solo una porzione di ciò che siamo in grado in quell’attimo di vedere.
Venti giorni. Quasi venti giorni. Troppi per un’attesa, pochi per un addio.
Nella rassegnazione c’è pur sempre un po’ di pace nel cuore.
Ascolta il mio furore quando s’alza dal mare che tanto appaio in tempesta quanto sono più sfinita, pronta all’urlo dello squarcio, vicina alla rovina, allo sconquasso ed aspetto il vento che mi gonfi come s’io fossi vela, ma dallo strappo s’insinua disperdendo la sua forza.
Se la parola “invidia” l’hai sempre tra le labbra evidentemente è perché è qualcosa che ti appartiene nella profondità dell’anima!
I colori svettano impertinenti sullo stigma d’ogni nero.
Poi ti rendi conto che non erano problemi, erano attimi. Gli attimi restano finché li pensiamo come problemi, nel momento in cui cessiamo essi fanno ciò che è nella natura delle cose lasciate a se stesse: scivolano sul tessuto del tempo. Non è certo la regola, ma penso che la regola non sia un vincolo ma solo una porzione di ciò che siamo in grado in quell’attimo di vedere.
Venti giorni. Quasi venti giorni. Troppi per un’attesa, pochi per un addio.
Nella rassegnazione c’è pur sempre un po’ di pace nel cuore.
Ascolta il mio furore quando s’alza dal mare che tanto appaio in tempesta quanto sono più sfinita, pronta all’urlo dello squarcio, vicina alla rovina, allo sconquasso ed aspetto il vento che mi gonfi come s’io fossi vela, ma dallo strappo s’insinua disperdendo la sua forza.
Se la parola “invidia” l’hai sempre tra le labbra evidentemente è perché è qualcosa che ti appartiene nella profondità dell’anima!
I colori svettano impertinenti sullo stigma d’ogni nero.
Poi ti rendi conto che non erano problemi, erano attimi. Gli attimi restano finché li pensiamo come problemi, nel momento in cui cessiamo essi fanno ciò che è nella natura delle cose lasciate a se stesse: scivolano sul tessuto del tempo. Non è certo la regola, ma penso che la regola non sia un vincolo ma solo una porzione di ciò che siamo in grado in quell’attimo di vedere.
Venti giorni. Quasi venti giorni. Troppi per un’attesa, pochi per un addio.
Nella rassegnazione c’è pur sempre un po’ di pace nel cuore.
Ascolta il mio furore quando s’alza dal mare che tanto appaio in tempesta quanto sono più sfinita, pronta all’urlo dello squarcio, vicina alla rovina, allo sconquasso ed aspetto il vento che mi gonfi come s’io fossi vela, ma dallo strappo s’insinua disperdendo la sua forza.
Se la parola “invidia” l’hai sempre tra le labbra evidentemente è perché è qualcosa che ti appartiene nella profondità dell’anima!
I colori svettano impertinenti sullo stigma d’ogni nero.