Andrea De Candia – Libri
Il maggior pericolo di chi scrive in questa epoca è quello di accavallare il semplice e il banale: il banale-semplice e il semplice-non banale che quasi si rincorrono attorcigliandosi.
Il maggior pericolo di chi scrive in questa epoca è quello di accavallare il semplice e il banale: il banale-semplice e il semplice-non banale che quasi si rincorrono attorcigliandosi.
Cosa devo fare per convincerti? Non stai dormendo e non sei nemmeno morta. Sono qui e ti amo. Ti ho amata sempre e sempre ti amerò. Ho pensato a te, visto i tuo volto nei ricordi, durante ogni minuto di lontananza. Dirti che non ti volevo più è stata una terribile bestemmia.
“Il Signore del Sole ride di me, che ho parlato con rispetto contro ciò che mi appariva come una bestemmia…”Non era un conforto che Apollo fosse intervenuto. Adesso si diceva (e ovviamente la voce s’era sparsa, dapprima nel tempio e quindi in tutta la città) che lei aveva rifiutato il Dio e perciò Apollo l’aveva maledetta.
Io non sono Dalì, bensì l’altro Dalì e cioè me stesso.
Il più potente terremoto lo fa il mio corpo, quando trema e mi attraversa, trasformando luci, ombre e paesaggi in un brivido uniforme.
Un libro deve procurare le ferite, deve allargarle. Un libro deve essere pericoloso.
Ahimè, perché uniti nell’animo, siamo separati dalla terra ed un unico sentimento, ma non un’unica terra possiede noi due?