Andrea De Candia – Tristezza
La felicità è così confusa, eppure l’infelicità è così chiara.
La felicità è così confusa, eppure l’infelicità è così chiara.
Ad un certo punto il cuore non ha più posto per altro dolore.
Mi sento così a terra che ormai anche la mia ombra ha cominciato a calpestarmi senza nemmeno un briciolo di pietà.
Viviamo nella speranza che quest’incubo prima o poi finirà, e la paura allora sarà solo un vecchio ricordo che non ci tormenterà più.
La malinconia ha bisogno di rifugio, di occhi umidi, di labbra che tremano ed unghie conficcate nel palmo della mano. La malinconia necessita di urla silenziose, di rimpianti, di rimorsi e di attese infinite. La malinconia ha bisogno di amori perduti, di rancore incrostato, di tristezza palese. La malinconia necessita di una valvola di sfogo, di un tic nervoso, di ricordi troppo grandi per essere assimilati tutti insieme. La malinconia ha bisogno di distruggerci per poi lasciarci liberi di rinascere a nuova vita. La malinconia ha bisogno di una definizione per essere identificata e correttamente collocata nel cuore e nella mente. La mia, di malinconia, porta da sempre il tuo nome.
Le apparenze a volte ingannano, come quando si dice “chi trova un amico trova un tesoro”, ma quel amico non esiste: il principe degli gnomi.
È quando speri e vorresti essere qualcosa in più che ti rendi conto in fondo di non essere nessuno.