Andrea Ferrari – Stati d’Animo
Beato chi al mondo pien di certezze appare, poiché io, d’una soltanto son certo. Ad essa debbo amaramente arrendermi; certa ed imprevista appare.
Beato chi al mondo pien di certezze appare, poiché io, d’una soltanto son certo. Ad essa debbo amaramente arrendermi; certa ed imprevista appare.
Ci sono emozioni che non ci permettono di agire, ma lavorano dentro e c’illuminano.
Ho provato ad essere ed ad avermi. Monotòno, monosillabica. Un soliloquio imbastito con la me più profonda, a fondo, sprofondata. Dislessica emozionale, con i “ti odio” scritti al posto dei “ti amo”, lettere grandi e piccole, con il disagio e l’imbarazzo di parlarne. Corretta solo in letti di fortuna, ansimata, asmatica. Diaframmatica. Non so confessarmi. Non so assolvermi. Eucarestia che si fa carne e non parola.
Dicono che chi ha gli occhi chiari vede meglio la luce del mondo, allora perché io non ci riesco?
In fondo non avevamo bisogno di nient’altro, eravamo felici insieme. Tutto ma proprio tutto era perfetto, poco importa se il resto non lo era.
Dove portano i tuoi passi,quanti sassi incontrerai, quanti dubbi.Quella tela infinita, la tua vita,avrà inizio e fine, se la tua sarà su una strada in salita ed avrai lasciato impronte, sarà gloria altrimenti per sempre sarai finita.
Ho una solitudine così affollata da farne due. E tre. Una moltitudine di solitudini, come fossero uniformi speciali da indossare per ogni notte diversa, giorni senza stelle, nelle albe piegate e l’aria chiusa a doppia mandata e il respiro che non è mai chiave.