Andrea Ricotti – Sogno
Non ho voglia di dormire, ma ho bisogno di sognare.
Non ho voglia di dormire, ma ho bisogno di sognare.
Ogni piccolo o grande sogno che si realizza, è una vittoria interiore che va dedicata a chi ha sempre creduto in noi.
Cieco l’attimo che ci ha uniti, amaro il rimorso che ci ha aperto gli occhi.
Andando dove devi andare, e facendo quello che devi fare, e vedendo quello che devi vedere, smussi e ottundi lo strumento con cui scrivi. Ma io preferisco averlo storto e spuntato, e sapere che ho dovuto affilarlo di nuovo sulla mola e ridargli la forma a martellate e renderlo tagliente con la pietra, e sapere che avevo qualcosa da scrivere, piuttosto che averlo lucido e splendente e non avere niente da dire, o lustro e ben oliato nel ripostiglio, ma in disuso.
Non c’è catena che impedisca a un sogno di liberare le nostre anime.
Troppi sogni arrestano la vita, le impediscono di vivere e di incontrarti.
Vorrei poter credere alle fiabe, ai rospi che si trasformano in principi azzurri, alle fate buone, alla magia e soprattutto ai “vissero felici e contenti”.
Ogni piccolo o grande sogno che si realizza, è una vittoria interiore che va dedicata a chi ha sempre creduto in noi.
Cieco l’attimo che ci ha uniti, amaro il rimorso che ci ha aperto gli occhi.
Andando dove devi andare, e facendo quello che devi fare, e vedendo quello che devi vedere, smussi e ottundi lo strumento con cui scrivi. Ma io preferisco averlo storto e spuntato, e sapere che ho dovuto affilarlo di nuovo sulla mola e ridargli la forma a martellate e renderlo tagliente con la pietra, e sapere che avevo qualcosa da scrivere, piuttosto che averlo lucido e splendente e non avere niente da dire, o lustro e ben oliato nel ripostiglio, ma in disuso.
Non c’è catena che impedisca a un sogno di liberare le nostre anime.
Troppi sogni arrestano la vita, le impediscono di vivere e di incontrarti.
Vorrei poter credere alle fiabe, ai rospi che si trasformano in principi azzurri, alle fate buone, alla magia e soprattutto ai “vissero felici e contenti”.
Ogni piccolo o grande sogno che si realizza, è una vittoria interiore che va dedicata a chi ha sempre creduto in noi.
Cieco l’attimo che ci ha uniti, amaro il rimorso che ci ha aperto gli occhi.
Andando dove devi andare, e facendo quello che devi fare, e vedendo quello che devi vedere, smussi e ottundi lo strumento con cui scrivi. Ma io preferisco averlo storto e spuntato, e sapere che ho dovuto affilarlo di nuovo sulla mola e ridargli la forma a martellate e renderlo tagliente con la pietra, e sapere che avevo qualcosa da scrivere, piuttosto che averlo lucido e splendente e non avere niente da dire, o lustro e ben oliato nel ripostiglio, ma in disuso.
Non c’è catena che impedisca a un sogno di liberare le nostre anime.
Troppi sogni arrestano la vita, le impediscono di vivere e di incontrarti.
Vorrei poter credere alle fiabe, ai rospi che si trasformano in principi azzurri, alle fate buone, alla magia e soprattutto ai “vissero felici e contenti”.