Angela Cicolari – Destino
È inutile farsi illusioni. Nessuna lotta o guerra viene o verrà mai cominciata per conseguire la giustizia, ma per il potere.
È inutile farsi illusioni. Nessuna lotta o guerra viene o verrà mai cominciata per conseguire la giustizia, ma per il potere.
È strano che “il Serpente” voglia bruciare quel libro. Non sa, forse, che il fuoco…
Vale la pena vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo quando in fondo sai di essere eterno?
Non starò certo ad aspettare che il mio destino venga scritto senza il mio consenso.
I contratti, le parole, che si ottengono con la forza e che influenzano il futuro doppiamente bisogna leggerli e rileggerli con molta attenzione, per poi non fare figure barbine quando si cerca di correre ridicolmente ai ripari rimbalzando le colpe e distorcendo l’essenza senza averne le capacità, quando gli avvertimenti c’erano tutti e di più.
Quando l’intera realtà si trasforma in un labirinto, di volti, di azioni, di nomi, di apparenze, pareti fatte di verità e di non verità, bisogna scegliere attentamente la direzione. Quella sbagliata potrebbe portare alla morte, o ad altro, anche peggiore. Non è colpa di nessuno se esiste, e non esiste per fare del male. È soltanto matematica, ingegno, pretende onestà. Non si capovolge per andare incontro all’inettitudine, all’errore e alla vigliaccheria. Se non si è capaci, si resta fuori. Si comincia sempre a proprio rischio, l’inizio è esplicito, ma poi cominciano le pagine bianche, senza appigli, non ci sono più cartelli. Quelle pagine vuote non si riempiono a proprio piacimento, perché non sono proprio bianche. Non c’è niente, eppure c’è tutto. La superbia di poterle riscrivere a proprio vantaggio, per salvarsi, sarebbe punita severamente. L’incognita appartiene all’unica legge, che controlla tutte le altre, davanti alla quale persino Dio è costretto a fermarsi: non può cambiare infatti quello che non può neanche raggiungere. Una legge non si conquista, non ci si pianta sopra una bandiera e dire per esempio: “questa è la legge di gravità e adesso è di mia proprietà e dei mie figli, ci farò quello che voglio”. Un labirinto è il perfetto e severo modo per fare una distinzione tra chi è valido, preparato, onesto, e chi pretende con la forza di esserlo imponendo alla legge, con la propria autorità, una verità di parte e limitata. Questa oggettività irremovibile è quello che servo, che amo, non mi piego all’impostura di Dio, che si crede superiore ad ogni legge e in diritto di poter uccidere chi vuole per avere, perché, per dirla in termini ippici, punterei sul cavallo sbagliato, soprattutto su quello dopato.
Volere un regno immortale basato sulla sopraffazione, l’inganno, l’ipocrisia e la morte, questa è l’unica chimera.