Angela Salvi – Stati d’Animo
Vaffanculo al buonismo e ai falsi buonisti, spero che vi vada qualcosa di traverso ogni volta che parlate male di me!
Vaffanculo al buonismo e ai falsi buonisti, spero che vi vada qualcosa di traverso ogni volta che parlate male di me!
Io sono una che non chiede, perché chiedere ha il carattere dell’elemosinare. Sono una che non riceve nulla gratuitamente e pensa che i no siano degli schiaffi. Io sono una che arrossisce e rivolge lo sguardo a terra, attendendo che un indice flesso sollevi il mento e tolga di dosso la vergogna e la prostrazione. Io sono quella che festeggia la fine delle feste perché ogni festa rammenta sempre e più prepotentemente la mancanza e l’assenza. Io sono una che cade e poi trova un bastone sul quale far leva e ritentare, faticosamente, di rialzarsi. Io sono una che ci crede, ad ogni cosa, ci crede forte e ne fa ragione di vita perché tutto abbia un senso e nulla rimanga sterilmente in superficie. Io sono una che si giudica e si punisce, sono una che arriva ad essere crudele con se stessa, che si ammonisce. Io sono una che vivrà sempre di favole perché se ne è sentita raccontare e se ne è raccontata tante, ma non ci sono principesse che vengono salvate dai loro principi, ma draghi e orchi da uccidere prima di farsi massacrare.
Non ti piacerò per come mi vuoi, ma per come io sono. Tutto il resto è tempo perso.
La coscienza è una vocina petulante, onnipresente… fastidiosissima. Non sta zitta un solo attimo. Più la scacci, più lei torna. Spesso riesce a mordere l’animo con la stessa ferocia di un cacciatore che assale la sua preda.
Non portare con te le mie lacrime come un trofeo da mostrare. Se le raccoglierai tutte, potrebbero investirti come un uragano.
Strano come diventiamo degli etichettati. Neanche stessimo in vetrina.
Fino a un minuto fa ero convinto di essere io, poi mi son guardato allo specchio e… sono un altro!
Io sono una che non chiede, perché chiedere ha il carattere dell’elemosinare. Sono una che non riceve nulla gratuitamente e pensa che i no siano degli schiaffi. Io sono una che arrossisce e rivolge lo sguardo a terra, attendendo che un indice flesso sollevi il mento e tolga di dosso la vergogna e la prostrazione. Io sono quella che festeggia la fine delle feste perché ogni festa rammenta sempre e più prepotentemente la mancanza e l’assenza. Io sono una che cade e poi trova un bastone sul quale far leva e ritentare, faticosamente, di rialzarsi. Io sono una che ci crede, ad ogni cosa, ci crede forte e ne fa ragione di vita perché tutto abbia un senso e nulla rimanga sterilmente in superficie. Io sono una che si giudica e si punisce, sono una che arriva ad essere crudele con se stessa, che si ammonisce. Io sono una che vivrà sempre di favole perché se ne è sentita raccontare e se ne è raccontata tante, ma non ci sono principesse che vengono salvate dai loro principi, ma draghi e orchi da uccidere prima di farsi massacrare.
Non ti piacerò per come mi vuoi, ma per come io sono. Tutto il resto è tempo perso.
La coscienza è una vocina petulante, onnipresente… fastidiosissima. Non sta zitta un solo attimo. Più la scacci, più lei torna. Spesso riesce a mordere l’animo con la stessa ferocia di un cacciatore che assale la sua preda.
Non portare con te le mie lacrime come un trofeo da mostrare. Se le raccoglierai tutte, potrebbero investirti come un uragano.
Strano come diventiamo degli etichettati. Neanche stessimo in vetrina.
Fino a un minuto fa ero convinto di essere io, poi mi son guardato allo specchio e… sono un altro!
Io sono una che non chiede, perché chiedere ha il carattere dell’elemosinare. Sono una che non riceve nulla gratuitamente e pensa che i no siano degli schiaffi. Io sono una che arrossisce e rivolge lo sguardo a terra, attendendo che un indice flesso sollevi il mento e tolga di dosso la vergogna e la prostrazione. Io sono quella che festeggia la fine delle feste perché ogni festa rammenta sempre e più prepotentemente la mancanza e l’assenza. Io sono una che cade e poi trova un bastone sul quale far leva e ritentare, faticosamente, di rialzarsi. Io sono una che ci crede, ad ogni cosa, ci crede forte e ne fa ragione di vita perché tutto abbia un senso e nulla rimanga sterilmente in superficie. Io sono una che si giudica e si punisce, sono una che arriva ad essere crudele con se stessa, che si ammonisce. Io sono una che vivrà sempre di favole perché se ne è sentita raccontare e se ne è raccontata tante, ma non ci sono principesse che vengono salvate dai loro principi, ma draghi e orchi da uccidere prima di farsi massacrare.
Non ti piacerò per come mi vuoi, ma per come io sono. Tutto il resto è tempo perso.
La coscienza è una vocina petulante, onnipresente… fastidiosissima. Non sta zitta un solo attimo. Più la scacci, più lei torna. Spesso riesce a mordere l’animo con la stessa ferocia di un cacciatore che assale la sua preda.
Non portare con te le mie lacrime come un trofeo da mostrare. Se le raccoglierai tutte, potrebbero investirti come un uragano.
Strano come diventiamo degli etichettati. Neanche stessimo in vetrina.
Fino a un minuto fa ero convinto di essere io, poi mi son guardato allo specchio e… sono un altro!