Angelo Cora – Accomodante
Non ho mai amato, quella corona, rincorsa, cercata o dal’altrui, sul capo posata né coloro che non sono almeno una volta, a terra caduti che non hanno un giorno inciampato, perché essi non hanno vissuto.
Non ho mai amato, quella corona, rincorsa, cercata o dal’altrui, sul capo posata né coloro che non sono almeno una volta, a terra caduti che non hanno un giorno inciampato, perché essi non hanno vissuto.
Non è che finisce la vita quando perdi un amore è solo, che ti senti…
Colui che da solo, s’e posto o spinto da venti amici a sedere su quella poltrona che impone a chi annega nel duolo il quotidiano cammino, pure se ancora ragiona con chi s’è nel tempo smarrito ha il suo lavoro confuso, errato perché non ha mai capito che non si confonde un calzare, con il migliore vestito.
Io non so se dopo un giorno che muore, il vento giocherà ancora, tra gli steli sottili dei fiori, ma non si deve temere, il vento giocherà sempre, perché il vento non muore.
Chi pensa di distruggermi con parole cattive sbaglia, perché sono sorda, e cieca per quelle persone.
Non sempre, ilPaese è quella casache menzionava PaveseDai sorrisi imbiancata, dalle porteallargate,Dal focolare acceso, dalla braccia disteseDagli amici abitata, che sempre t’accogliefestosaTi perdona gl’errori, ti consiglia la stradati consola il doloreSpesso, è solo un vento scortese, fattod’oscure, esigue sembianzeChe nel soffiareti duole.
Sono istanti effusi nel tempo Come cerchi di fumo nel vento In una notte d’estate i nostri anni passati.