Anna Maria D’Alò – Filosofia
La conoscenza è meno attraente dell’immaginazione.
La conoscenza è meno attraente dell’immaginazione.
Non è possibile evitare la morte trasferendola a qualcun altro, cambiando ad esso il nome, seguendo l’insana promessa, follia e desiderio di conquista di una divinità impazzita. Si posticipa l’inevitabile, forse peggiorando la situazione. Un nome è l’Essenza di qualcosa. Cambiando il nome di una “penna” in “caffettiera”, ci si aspetterà che la penna si metta a fare il caffè? La Natura di una cosa è il suo nome, e la natura non si cambia, si giocherebbe con una forza superiore, che ci si rivolterebbe contro.
Puoi ammirare la bellezza dei colori solo se li possiedi dentro l’anima.
L’arte è lo specchio dell’artista che riflette la sua anima smarrita nei labirinti del suo…
Quando ci capita di imbatterci in ostacoli complicati che riusciamo a superare, abbiamo la sensazione di essere degli eroi, poi ci guardiamo intorno e ci rendiamo conto che non siamo che persone normali in un mondo difficile, ma noi dobbiamo continuare a pensare solo a noi stessi, per illuderci di essere un po’ degli eroi… ed è solo così che riusciamo almeno un po’ a diventarlo!
È più semplice parlare al vento che essere ascoltati, ma quando trovi chi ti ascolta… hai sedotto la sua anima.
Il fenomeno della Vita potrebbe essere un Tentativo Cosmico: conferire un Senso Proprio al roteare eterno e meccanico delle Stelle. Proprietà eccelsa della Vita è l’Immaginazione mediante la quale la Materia cosmica finisce per metamorfizzare Se stessa. L’Immaginazione è probabilmente un procedimento complesso e sofisticato della materia grigia celebrale. Una sorta di preselezione ampia e finalizzata nella gamma infinita delle interconnessioni celebrali possibili. Un prodotto immateriale che presenta possibilità di “Ordinamento” in seno al caos cosmico. Il prodotto più elevato del Pensiero. L’Immaginazione precede l’elaborazione di ogni invenzione. L’Invenzione presenta caratteristiche ampie: sia a favore della Vita, sia letali. Giunto a comprendere se stesso, l’essere vivente tende a selezionare la propria immaginazione e le conseguenti invenzioni. Prova a separare quanto sembra utile alla Vita da quanto appare dannoso. A questo punto inventa o concepisce o scopre Dio ponendolo fuori di sé, come simbolo di perfezione, come proprio obiettivo da raggiungere. Così si pone in marcia ben sapendo che non saprà mai dove arriverà.