Anonimo – Lavoro
Ora che sono giunto quasi alla soglia della pensione, ho capito una cosa: il lavoro non è il mio ramo.
Ora che sono giunto quasi alla soglia della pensione, ho capito una cosa: il lavoro non è il mio ramo.
Se hai amato, se hai vissuto in sintonia con il divino, la morte sarà il culmine, il crescendo dell’esistenza e vedrai che la morte non esiste.
Non ci sarà nessuno pronto ad aspettarti per tutta la vita, ad amarti ogni secondo, e ad apprezzarti ogni ora, nessuno. Credo che ormai nessuno prende l’amore seriamente, eppure, credo che l’amore in un certo senso non esista, sia solo una nostra cosa mentale.
Chi non si è mai “ammazzato troppo” di lavoro è molto meno stanco di chi invece ha sempre lavorato ed ha quindi molta più forza per poter urlare e rivendicare i diritti dei lavoratori veri, diritti che ha fatto anche suoi, pur non avendone titolo.
Da oggi ascolterò solo il mio cuore perché i miei occhi mi hanno già tradito…
Ogni tuo sguardo è una scintilla che accende una stella nella notte buia del mia cuore.Ogni tua parola un dolce richiamo di sirene nelle nebbie che s’addensano nella mia mente.Ogni tuo gesto un faro che illumina il cammino della mia vita.Ed io, marinaio disperso nell’oceano burrascoso, trovo nei tuoi sguardi, nelle tue parole, nei tuoi gesti, la rotta per approdare ad un porto sicuro: il calore di un tuo abbraccio.
E l’ho amato, come l’oscurità ama la notte, un tutt’uno, un completamento. L’ho amato lentamente e profondamente come un sonno tranquillo e leggiadro da cui non vuoi svegliarti mai e poi mai, l’ho amato come un sogno, un sogno da cui non volevo uscire solo per paura di non realizzarlo, e ho avuto il timore che il mio amore facesse parte di una fugace fantasia ma, ahimè, questo amore forte e sconvolgente non può essere frutto della fervida immaginazione dell’uomo, è impossibile, perché ho sentito la mia mano sulla sua, le sue labbra sovrapporsi soavemente sulle mie rubandomi un timido bacio, e in quel momento l’ho amato e l’amerò, ancora e ancora.