Anonimo – Palindromi
Romani in amor.
Romani in amor.
T empo fà ho chiuso una porta,ma poiI l destino ci ha fatto incontrare,eV olente o nolente l’ho dovuta riaprire.O ggi sono contento di averlo fatto,perchèG razie a tè ho ritrovato una parte di mè.L entamente ho imparato a conoscerti eI nevitabilmente mi sono a tè affezzionato.O ramai per mè sei una persona speciale,unaB uonissima amica, e spero di esserlo anche io.E cco,questo è ciò che ti volevo dire,N iente di più,niente di meno,E sattamente,quello che sento per tè…
Avrei bisogno di cambiare strada, avrei bisogno di cambiare vita… vieni con me? Ho paura a camminare da sola!
Meglio uno spirito che vola, che un’anima che striscia.
La vita è un teatro ed il teatro è ciò che la vita è.
E quando tu torni sconvolgi i mari, gli oceani, i venti. Le stelle tornano a brillare anche solo per un attimo impercettibile. Brilla la luce spenta, ad intermittenza, dalle tue mancanze e presenze discontinue. Ci sforziamo di vivere uno senza l’altro. Riuscendo ad essere felici. Ma tutto il resto è destinato a fallire se io e te siamo destinati l’uno all’altro. Ci colpiamo e le ferite non ci chiudono mai, leccandole nell’intento di disinfettarle da noi stessi. Ci evitiamo perché è più facile che venire travolti l’uno dall’altro. Quella potenza che ci ha resi unici, dipendenti. Come una droga. Facile iniziare, difficile da smettere. Impossibile dimenticare.
“Riusciremo a ripararla e a rimetterla in funzione.””No! Non fatelo!””Uh? Perchè?””Lei non lo vorrebbe. Sono le macchine quelle che si possono riattivare.”(da “Paperinik”)