Anonimo – Vita
È meglio annegare in un mare di lacrime che soffocare nel proprio dolore.
È meglio annegare in un mare di lacrime che soffocare nel proprio dolore.
Davide ha vinto Golia, Daniele è uscito indenne dalla fossa dei leoni. Ho intrapreso una lotta con qualcosa e qualcuno più grande di me. Le prepotenze non le tollero, più sono grosse e più mi “fortifico”. La lotta è dura, spero al termine di poter dire come San Paolo: “ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho conservato la fede.”
Mia nonna mi ha sempre detto che la giacca e la cravatta la si mette quando si ha vinto un obbiettivo nella fase dell’obbiettivo bisogna sempre rimboccarsi le maniche della camicia perché l’odore del lavoro nelle mani fa parte della dignità di ognuno.
Se fossi un naufrago tu saresti la mia isola.
La vita non potrebbe mai essere un disegno geometrico, il destino porta sempre a rompere la matita con cui stai disegnando.
A volte si vuole disperatamente vivere. Ci costringiamo a voler vivere. Vogliamo così tanto vivere che oltrepassiamo i limiti, andiamo oltre e ancora più in là. Crediamo di poter veder nascere la nostra essenza più pura perché in questo stato d’essere ci sentiamo liberi. E lo siamo, liberi. Dannatamente liberi. Liberi come nei nostri sogni più sfrenati. Padroni del mondo e di noi stessi. Dobbiamo avere il coraggio di essere veritieri in tutte le situazioni: nella costrizione più pura, dovesse accadere; nella tranquilla complessità quotidiana, che ci fa da sfondo. Allora, e solo allora, saremo liberi e sinceramente vivi.
Dare è dare. E io adesso ho solo un’immagine da dare: farsi autogol dentro al cuore.