Antonella Angelillo – Arte
Scolpire, dipingere, suonare, cantare. Solo questa è arte? No. Anche l’amore è arte.
Scolpire, dipingere, suonare, cantare. Solo questa è arte? No. Anche l’amore è arte.
Puoi cercare di plagiare la tua mente, ma non il tuo cuore. Quando scrivi, dipingi o suoni, escono fuori le tue vere emozioni, i tuoi veri sentimenti, non resta altro da fare che arrendersi, lasciarsi trasportare dal potere dell’arte, dal potere del cuore.
Il drogato e l’artista hanno un sacco di cose in comune.
L’arte è il ricamo dei pennelli sul telaio dell’anima.
L’arte surreale, è insolita, è il pensiero più anormale.
La natura è dentro l’arte come suo contenuto, non al di fuori come il suo…
Ecco l’angoscia umana in cui lo spettatore dovrà trovarsi uscendo dal nostro teatro. Egli sarà scosso e sconvolto dal dinamismo interno dello spettacolo che si svolgerà sotto i suoi occhi. E tale dinamismo sarà in diretta relazione con le angosce e le preoccupazioni di tutta la sua vita. Tale è la fatalità che noi evochiamo, e lo spettacolo sarà questa stessa fatalità. L’illusione che cerchiamo di suscitare non si fonderà sulla maggiore o minore verosimiglianza dell’azione, ma sulla forza comunicativa e la realtà di questa azione. Ogni spettacolo diventerà in questo modo una sorta di avvenimento. Bisogna che lo spettatore abbia la sensazione che davanti a lui si rappresenta una scena della sua stessa esistenza, una scena veramente capitale. Chiediamo insomma al nostro pubblico un’adesione intima e profonda. La discrezione non fa per noi. Ad ogni allestimento di spettacolo è per noi in gioco una partita grave. Se non saremo decisi a portare fino alle ultime conseguenze i nostri principi, penseremo che non varrà la pena di giocare la partita. Lo spettatore che viene da noi saprà di venire a sottoporsi ad una vera e propria operazione, dove non solo è in gioco il suo spirito, ma i suoi sensi e la sua carne. Se non fossimo persuasi di colpirlo il più gravemente possibile, ci riterremmo impari al nostro compito più assoluto.Egli deve essere ben convinto che siamo capaci di farlo gridare.