Antonella Coletta – Stati d’Animo
Arriva sempre qualcuno a strapparti un sorriso. A rendere i compiti meno difficili, il cammino meno pesante. Arriva “sempre”. Basta saper aspettare.
Arriva sempre qualcuno a strapparti un sorriso. A rendere i compiti meno difficili, il cammino meno pesante. Arriva “sempre”. Basta saper aspettare.
Ma esiste un senso del destino, un fatalismo tanto irresistibile che ha la forza di una maledizione e finisce quasi sempre per costringere gli esseri umani a gironzolare come spettri che si attardano attorno al posto dove qualche importante e significativo avvenimento ha segnato con il suo colore la loro vita, tanto più irresistibile quanto più nera è la tinta che la affligge.
Quando mi avvicino a te ho sempre paura dell’alta marea. Il vento disperderà la schiuma, quel ballare delle onde è come se fosse una danza in tuo onore. Ma tu mare sei sempre bellissimo: sembri sempre infuriato, invece le tue acque sono una carezza, come se ti volesse abbracciare.
Sono stata più agitata di un mare in piena tempesta e credetemi ho sbattuto più forte io contro la vita di quanto abbia fatto lui contro gli scogli. Sono stata incazzata come una mitragliatrice in piena azione, ma ho ricevuto più fucilate di quante sia riuscita a darne. Oggi, se malgrado i colpi e le botte ricevute sono ancora in piedi è a me, solo a me che lo devo. Lo devo alla mia forza e a quella che le persone che ho “scelto” di avere vicino mi hanno trasmesso. Le loro mani non mi hanno mai abbandonata. Nel dolore non sentirsi soli e persi è la chiave giusta per vincere.
Alle volte abbiamo bisogno solo di una scusa per sbagliare.
I pensieri sono animali notturni. Di giorno sonnecchiano o si nascondono ma, quando scende la notte, furtivi si muovono, occupano il territorio, vanno a caccia, ululano e fanno l’amore.
Guardava il cielo e la pioggia che scendeva le incorniciava il volto. C’era quella preghiera, da sempre muta, ogni volta rivolta guardando l’immenso sopra di lei. Non otteneva risposta, ma non le importava, a lei non serviva. Le era sufficiente recitarla, per sentire riaccendersi la speranza perché era questo che le permetteva di andare avanti ogni volta. La speranza di essere ascoltata, ascoltata da “qualcuno” senza dover parlare.