Antonella Marchetto – Stati d’Animo
Chiudere gli occhi, sconfinare nel mare delle emozioni, più espressive delle parole, più dolci di un caldo abbraccio, così profonde da superare il tempo e la distanza, perdersi in un sogno per ritrovarsi.
Chiudere gli occhi, sconfinare nel mare delle emozioni, più espressive delle parole, più dolci di un caldo abbraccio, così profonde da superare il tempo e la distanza, perdersi in un sogno per ritrovarsi.
Vorrei andare in mezzo al mare, in un punto in cui in qualsiasi direzione guardi altro non esista che cielo e acqua. E orare le più belle parole mai fluite prima dall’aria dei miei polmoni e sgorgate dalle vertiginose altezze del mio Essere.Senza un perché.Solo per cantare.Solo per essere una goccia di immenso che compone la sua migliore danza in onore del Creato.E lasciare che il vento applauda.
“Umanità, mi stai sul cazzo da sempre”. Ecco il mio motto!
Ma quando ti viene quella voglia pazzesca di piangere, che proprio ti strizza tutto, che non la riesci a fermare, allora non c’è verso di spiccicare una sola parola, non esce più niente, ti torna tutto indietro, tutto dentro, ingoiato da quei dannati singhiozzi, naufragato nel silenzio di quelle stupide lacrime. Maledizione. Con tutto quello che uno vorrebbe dire… e invece niente, non esce fuori niente. Si può essere fatti peggio di così?
Il perdono è un evento drammatico che reca in sé una rivoluzione spirituale, una conversione, sia per chi lo offre, sia per chi lo riceve: non può quindi essere un evento indolore.
In alcuni momenti le parole di conforto contribuiscono ulteriormente ad aumentare il proprio dolore.
Non ho più lacrime per esprimere l’impotenza di un’attesa che non ha mai fine!, non ho più lacrime per capire in che cosa ho sbagliato! Non ho più lacrime per volere fermare il tempo.
Vorrei andare in mezzo al mare, in un punto in cui in qualsiasi direzione guardi altro non esista che cielo e acqua. E orare le più belle parole mai fluite prima dall’aria dei miei polmoni e sgorgate dalle vertiginose altezze del mio Essere.Senza un perché.Solo per cantare.Solo per essere una goccia di immenso che compone la sua migliore danza in onore del Creato.E lasciare che il vento applauda.
“Umanità, mi stai sul cazzo da sempre”. Ecco il mio motto!
Ma quando ti viene quella voglia pazzesca di piangere, che proprio ti strizza tutto, che non la riesci a fermare, allora non c’è verso di spiccicare una sola parola, non esce più niente, ti torna tutto indietro, tutto dentro, ingoiato da quei dannati singhiozzi, naufragato nel silenzio di quelle stupide lacrime. Maledizione. Con tutto quello che uno vorrebbe dire… e invece niente, non esce fuori niente. Si può essere fatti peggio di così?
Il perdono è un evento drammatico che reca in sé una rivoluzione spirituale, una conversione, sia per chi lo offre, sia per chi lo riceve: non può quindi essere un evento indolore.
In alcuni momenti le parole di conforto contribuiscono ulteriormente ad aumentare il proprio dolore.
Non ho più lacrime per esprimere l’impotenza di un’attesa che non ha mai fine!, non ho più lacrime per capire in che cosa ho sbagliato! Non ho più lacrime per volere fermare il tempo.
Vorrei andare in mezzo al mare, in un punto in cui in qualsiasi direzione guardi altro non esista che cielo e acqua. E orare le più belle parole mai fluite prima dall’aria dei miei polmoni e sgorgate dalle vertiginose altezze del mio Essere.Senza un perché.Solo per cantare.Solo per essere una goccia di immenso che compone la sua migliore danza in onore del Creato.E lasciare che il vento applauda.
“Umanità, mi stai sul cazzo da sempre”. Ecco il mio motto!
Ma quando ti viene quella voglia pazzesca di piangere, che proprio ti strizza tutto, che non la riesci a fermare, allora non c’è verso di spiccicare una sola parola, non esce più niente, ti torna tutto indietro, tutto dentro, ingoiato da quei dannati singhiozzi, naufragato nel silenzio di quelle stupide lacrime. Maledizione. Con tutto quello che uno vorrebbe dire… e invece niente, non esce fuori niente. Si può essere fatti peggio di così?
Il perdono è un evento drammatico che reca in sé una rivoluzione spirituale, una conversione, sia per chi lo offre, sia per chi lo riceve: non può quindi essere un evento indolore.
In alcuni momenti le parole di conforto contribuiscono ulteriormente ad aumentare il proprio dolore.
Non ho più lacrime per esprimere l’impotenza di un’attesa che non ha mai fine!, non ho più lacrime per capire in che cosa ho sbagliato! Non ho più lacrime per volere fermare il tempo.