Antonio Belsito – Stati d’Animo
La sofferenza c’insegna sia la felicità che la tristezza: è una lacrima che – nel rigare il volto – ci ricorda che siamo vita (chi siamo).
La sofferenza c’insegna sia la felicità che la tristezza: è una lacrima che – nel rigare il volto – ci ricorda che siamo vita (chi siamo).
La notte scorsa a mezzanotte mi sentivo immenso ma adesso mi sento come trenta centesimi.
La sensibilità è un dono che porta in sé quella comprensione che a volte fa versare lacrime, mettendo a nudo l’anima.
Il tempo inesorabilmente scorre, solcando continuamente l’essere imponendo dubbi e certezze nel pensiero del viandante.
La memoria ha due contenitori: uno dei momenti felici e l’altro di momenti dolorosi. Peccato che si riempiano sempre i secondi.
Sono una minuscola luna, incastrata in cieli troppo opachi.
La mia è quel tipo di insicurezza di chi è stato ferito, una volta, due e anche tre dalla stessa persona. Quell’insicurezza che fa uscir fuori soltanto il peggio di te. Quella che non riesce a farti dire un complimento al ragazzo che ti piace, quell’insicurezza che ti porta sempre a dire “no vabbè, poi magari posso disturbare” e a quel punto non chiami, non scrivi a nessuno. Quasi come se io stessi sempre un gradino sotto rispetto a tutti gli altri. Quella che ad ogni complimento ricevuto dici “ma chi, io? No guarda stai sbagliando”, come se io non meritassi mai niente. Sono soltanto un accumulo di tante piccole insicurezze da formare un groviglio di acidità. Ma quando si è così, come me, come si fa a piacersi? Come si fa ad apprezzarsi, a dirsi “io valgo”?