Antonio Curnetta – Stati d’Animo
Adagiamoci qui sulle ginocchia del tempo. Le ore son filastrocche che i giorni recitano, in attesa di una primavera gioiosa che appaghi la nostra ansia di vita.
Adagiamoci qui sulle ginocchia del tempo. Le ore son filastrocche che i giorni recitano, in attesa di una primavera gioiosa che appaghi la nostra ansia di vita.
Non mi piace creare rapporti “virtuali” perché ho sempre bisogno di occhi, di braccia, di carne e odori.
È di notte che si trovano le parole migliori, quelle che rendono l’impossibile assolutamente possibile. È nell’oscurità della notte che le paure vengono sconfitte dal coraggio, rendendoti quasi invincibile. È nel silenzio della notte che si trovano le parole giuste per dire cose che mai, alla luce del sole, si riuscirebbero neppure a pronunciare.
Odio le luci perché mi offuscano la vista delle stelle.
La mia ricchezza? Essere vera. La mia fortuna? Fregarmene altamente di chi mi giudica e soprattutto di chi cerca di screditare la mia persona. So quanto valgo e sono consapevole che le cose belle vengono spesso messe in cattiva luce dall’invidia di chi sa valere meno di zero ma io brillo anche senza consenso.
Ho un filo arrugginito dentro, cortocircuito di emozioni, desideri, pulsioni, fobie. Ho un marchingegno innescato male, il rame dentro ad un involucro rosso ed uno blu, devo solo decidere quale recidere, un colpo di tenaglia deciso e speriamo di non esplodere. Sono una mina vagante, una miccia dentro ad una custodia ed un serbatoio laterale con la polvere da sparo e faccio il kamikaze in giro, pericolosa, senza attenuanti, senza ritegno.
Sono stanca di dar spazio agli altri togliendolo a me, sono stanca di essere quella sempre pronta per tutti senza considerare che non lo sono mai per me stessa, sono stanca di tenere chiuse nel mio cuore le mie preoccupazioni per ascoltare quelle delle degli altri, stanca di nascondere che anche io posso aver bisogno di essere sostenuta esattamente come tutti gli altri.