Antonio Curnetta – Stati d’Animo
Finisce sempre così. Le cose che non puoi dire a nessuno, le racconti alla notte.
Finisce sempre così. Le cose che non puoi dire a nessuno, le racconti alla notte.
Io sono una che non chiede, perché chiedere ha il carattere dell’elemosinare. Sono una che non riceve nulla gratuitamente e pensa che i no siano degli schiaffi. Io sono una che arrossisce e rivolge lo sguardo a terra, attendendo che un indice flesso sollevi il mento e tolga di dosso la vergogna e la prostrazione. Io sono quella che festeggia la fine delle feste perché ogni festa rammenta sempre e più prepotentemente la mancanza e l’assenza. Io sono una che cade e poi trova un bastone sul quale far leva e ritentare, faticosamente, di rialzarsi. Io sono una che ci crede, ad ogni cosa, ci crede forte e ne fa ragione di vita perché tutto abbia un senso e nulla rimanga sterilmente in superficie. Io sono una che si giudica e si punisce, sono una che arriva ad essere crudele con se stessa, che si ammonisce. Io sono una che vivrà sempre di favole perché se ne è sentita raccontare e se ne è raccontata tante, ma non ci sono principesse che vengono salvate dai loro principi, ma draghi e orchi da uccidere prima di farsi massacrare.
Era talmente ipocondriaco fino al punto di pensare che il guarire avrebbe potuto nuocergli.
Si dice la vita sia così, un cocktail di gioie, dolori, rabbia, delusioni, amori non ricambiati. Ma io sono stanca di raccogliere il peggio di questa vita. Ora voglio il meglio, e indosserò i guantoni per prendermelo con la forza, se necessario, e sapete perché? Perché me lo merito.
La domenica è la prova che la qualità di una giornata dipende dalla nostra disposizione d’animo. Quando siamo più sereni, il mondo ci appare più bello.
E se dovessi guardarti indietro fai che sia per un ricordo mai per un rimpianto.
Se ti senti incompreso e nessuno di capisce forse è perché sei in mezzo a persone che di danno le spalle tappandosi le orecchie oppure, stai usando un linguaggio sbagliato. O probabilmente, sei sul pianeta sbagliato.