Antonio Dati – Cielo
Una sera d’estateil cielo nascondeil suo mantello di stellemille spille di smeraldo.Una notte buia e tristeun bagliore accecantee poi un altro e ancora,illumina lo spazio.La rabbia del cielo sulla terra.
Una sera d’estateil cielo nascondeil suo mantello di stellemille spille di smeraldo.Una notte buia e tristeun bagliore accecantee poi un altro e ancora,illumina lo spazio.La rabbia del cielo sulla terra.
Il cielo di città mi piace perché puzza di basso, di uomini. Il cielo di campagna invece mi fa paura. C’è solo roba del Signore, lassù: stelle, stelloni, nuvole al galoppo. E poi che mi mettevo a fare in campagna? A litigare con gli alberi? Quelli sono tranquilli, beati, ti fanno sentire uno sputo. La natura è tutta arrogante, è roba diretta del Signore, e giustamente un po’ di strafottenza ce l’ha.
La chiave della mia vita la custodisce il cielo.
Guardo il cielo dopo la pioggia, aspetto che l’ultima nuvola si sciolga.
Ed è capitato più o meno a tutti di perdersi in una stella, perché tutti al buio cerchiamo tutti un po’ di luce, anche se non è la luna, anche se non è l’alba.
Vagare per vie desertenotte insonne, una domandanessuna rispostala speranza, un ripensamento.Gli occhi al cielouna stellina luminosaimmersa nel buio profondoun grido che lacera il silenzioperché?
Persino il paradiso diventerà inferno quando il rosso della cattiveria umana si avvicinerà talmente tanto all azzurro del cielo da mescolarsi.