Antonio Dimasi – Scienza e tecnologia
La tecnologia è una moneta.Da un lato aumenta il benessere, dall’altro aumenta il malessere.In pratica divide il mondo in due.
La tecnologia è una moneta.Da un lato aumenta il benessere, dall’altro aumenta il malessere.In pratica divide il mondo in due.
Pensava che fossi un fattore di stimolo sul suo nastro della realtà, disse fra se. Così ha creduto che sarei morta quando lui fosse “morto”. Che strano, riflettè. Perché mai lo avrà pensato? Non aveva mai avuto contatti con il mondo reale; aveva “vissuto” in un mondo elettronico tutto suo. Che strano.”Signor Danceman” disse quando il collegamento con l’ufficio venne stabilito. “Poole è andato. Si è autodistrutto proprio di fronte a me. Sarà meglio che venga qui.””Finalmente ce ne siamo liberati.””Sì, è contento?””Manderò un paio di uomini dal negozio”, rispose Danceman.Dietro la donna, vide Poole che giaceva accanto al tavolo della cucina. “Vada a casa a riposarsi” disse, dandole istruzioni. “Deve essere stanca dopo tutto questo.””Sì. Grazie, signor Danceman.” Sarah riagganciò e resto lì, immobile, senza uno scopo. Fu allora che notò qualcosa. Le mie mani, pensò. Le tenne alzate. Come mai riesco a vedere attraverso le mie mani?Anche i muri della stanza stavano diventando confusi. Tremando, tornò dove giaceva l’inerte robot e rimase accanto a lui, non sapendo cosa fare. Attraverso le sue gambe vedeva la moquette, poi la moquette si fece confusa, e lei vide, attraverso essa, ulteriori strati di materia che si disintegravano. Forse se riesco a fondere insieme le due estremità… pensò. Ma non sapeva come. E anche Poole stava cominciando a svanire. Il vento del primo mattino le soffiò addosso, ma Sarah non lo senti; ormai aveva quasi smesso di sentire.Il vento continuò a soffiare.
Le parole ci fanno migliori solo quando pigiamo il tasto “invia allegato”… e parte il cuore.
Dove si trova la parola natura?In città non riesco a trovarla, leggermente si vede in campagna.
Lo sviluppo mentale è una costruzione continua, paragonabile a quella di un vasto edificio che ad ogni aggiunta divenga più solido, o piuttosto alla messa a punto di un delicato meccanismo.
Ogni tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia.
Destino disastroso, se si vuole la bellezza di qualcuno solo per vestirsene e trasformarsi in quello che non si potrà mai essere, pretendendo che la maschera di buona fede e salvezza possa riparare dalle conseguenze. E Dio che pretende di compiere ogni male e poi rimediare ad esso, bramando sempre più spirito e luce per il figlio unigenito e la creazione, sentendosi superiore alle leggi fisiche, ha perduto tutto nel modo peggiore nell’unica cosa che non sarà in grado di fare: smettere di volere quel troppo per lui che lo porterà alla morte, che sta assorbendo e ne è ormai assuefatto, distrutto nell’intimo del cuore di ogni cosmo e universo. Non è la matematica il suo nemico e ostacolo per i suoi disegni. Nemmeno se diventerà più bravo di Einstein potrà inseguire i suoi progetti. Persino aggirare una legge fisica resta sempre dentro gli schemi di altre leggi. Quello che cerca è rendere il male appropriato e salvifico perché lo ha scoperto con terrore in colui che più amava: suo Figlio. Allora cerca di cucirgli addosso un’immagine che non gli appartiene, la mia, e a me addossare il suo male. È davvero convinto che cambiare nome cambia l’essenza profonda della vita. Se Dio è diventato il distruttore della vita, e suo figlio il Messia è ormai irrimediabilmente andato patocco (e cerca di vendicarsi su di me perché crede, con ira, omicidi, menzogne, arraffamenti, desiderio di quello che non gli appartiene per darlo ai suoi figli, che sia mia la colpa), da nessuna parte potrà trovare sostituti o salvezza da un male che ha intrapreso lui e che lo porterà solo all’estremo capolinea. Una verità che brucia, ma sempre verità, e non l’ho inventata io. Costruirsi un paradiso con l’essere di qualcuno perché si invidiava, non può che portare all’inferno, qualunque astuzia si usi per evitarlo.