Antonio Dimasi – Stati d’Animo
Una persona che vive ma soffre è come un uccello senza ali che non riesce a volare. Si lascia abbandonare per morire perché si vede tolta la felicità spiccare il volo.
Una persona che vive ma soffre è come un uccello senza ali che non riesce a volare. Si lascia abbandonare per morire perché si vede tolta la felicità spiccare il volo.
Non mi lascio distrarre dai problemi e credo di più nei sogni ad occhi aperti. Magari domani è il giorno dei miracoli e voglio essere attenta per non farmeli scappare e accoglierli. Intanto vivo, mi impegno, costruisco, vado avanti senza paura.
Chiamala “freddezza” questo mio essere un po’ distante. Chiamala “presunzione” questo mio essere sicura di me. Chiamala “prepotenza” questo mio essere schietta, diretta e sincera. Chiamala come vuoi questa mia personalità, additala e giudicala se vuoi. Però poi “evitala”! Evitala, perché questa persona non sa essere diversa da ciò che è. Lei non sa riempirti di dolcezza se non le sei arrivato al cuore, lei non sa tremare davanti a te se sa di essere al tuo pari, lei non sa mentirti, dirti ciò che vuoi sentirti dire se non è ciò che pensa veramente.
Oggi si guarda alla falsità, all’apparenza, al successo, al denaro, alla politica, all’opinabile credibilità della chiesa […]. Tutto indiscutibilmente vero ed attuale, ma la semplicità, la bontà, la voglia di dare? Questi sono argomenti di cui si parla, il problema è che lo si fa mettendoli in dubbio. Oggi siamo un po’ tutti scettici e traumatizzati dalle esperienze per credere in qualcosa di buono.
Quando le delusioni diventano troppe, quando le cicatrici sono sempre presenti, fidarti, credere a qualcuno diventa quasi impossibile. Diventi “esigente” solo per non farti ancora del male. Noti tante cose perché capisci che in quelle piccole cose ci sono le attenzioni che meriti e che malgrado tutto saresti ancora pronta/o a dare. E allora basta un nulla per farti capire se devi rimanere o andare via, anche perché hai imparato che chi vuole esserci c’è e tutto il resto sono solo fottute scuse.
Quando sono in compagnia di un bambino malato, non riesco a non sorridergli, sono così felice di stare con lui che il mio cuore immediatamente si accende dalla gioia, ma quando guardo gli occhi della madre di quel bambino, il mio cuore lentamente sembra spegnersi…
Riesci a farla finire quando arrivi al punto di non poterne più. Quando ti accorgi che, anche se ora fa male, stare senza non potrà che farti meglio.