Antonio Ricci – Personaggi famosi
Al barista che ha servito il caffè in una tazzina sporca di rossetto: “Se mi ci mette anche due ciglia finte me la porto a ballare”.
Al barista che ha servito il caffè in una tazzina sporca di rossetto: “Se mi ci mette anche due ciglia finte me la porto a ballare”.
Se l’aereo che deve portarvi su un altro continente ha le ali incrostrate di alghe, scendete!
Non pretendo di capire l’universo: è un bel po’ più grande di me.
Anthony Trollope scriveva romanzi gigamentali, e li sfornava con sorprendente regolarità. Scriveva per due ore e mezzo tutte le mattine prima di recarsi al lavoro. Se allo scoccare delle due ore e mezzo, era a metà di una frase, la lasciava incompleta fino al mattino dopo. E quando gli accadeva di finire uno dei suoi pesi massimi di seicento pagine con ancora quindici minuti da trascorrere a tavolino, scriveva fine, metteva da parte il manoscritto e cominciava a lavorare a un nuovo libro.
E canterò. NettareaDa me non cerchi ei lode,Se a lutulenta in braccioSorte tripudia e gode,E tra un’immensa schieraD’insania al carro avvintoscioglie con sua man neraA iniquitate il cinto.
Pilato non è mai morto; ma vive nel cuore di molte persone.
In fondo anch’io ero nato sapendo già tutto, o quasi… l’unica differenza sostanziale tra me e Picasso, si evidenziava nel diverso bisogno di “conoscere”. Io, sentivo in continuazione il bisogno di conoscere, coloro che si interessavano alle idee, comprandole!
Se l’aereo che deve portarvi su un altro continente ha le ali incrostrate di alghe, scendete!
Non pretendo di capire l’universo: è un bel po’ più grande di me.
Anthony Trollope scriveva romanzi gigamentali, e li sfornava con sorprendente regolarità. Scriveva per due ore e mezzo tutte le mattine prima di recarsi al lavoro. Se allo scoccare delle due ore e mezzo, era a metà di una frase, la lasciava incompleta fino al mattino dopo. E quando gli accadeva di finire uno dei suoi pesi massimi di seicento pagine con ancora quindici minuti da trascorrere a tavolino, scriveva fine, metteva da parte il manoscritto e cominciava a lavorare a un nuovo libro.
E canterò. NettareaDa me non cerchi ei lode,Se a lutulenta in braccioSorte tripudia e gode,E tra un’immensa schieraD’insania al carro avvintoscioglie con sua man neraA iniquitate il cinto.
Pilato non è mai morto; ma vive nel cuore di molte persone.
In fondo anch’io ero nato sapendo già tutto, o quasi… l’unica differenza sostanziale tra me e Picasso, si evidenziava nel diverso bisogno di “conoscere”. Io, sentivo in continuazione il bisogno di conoscere, coloro che si interessavano alle idee, comprandole!
Se l’aereo che deve portarvi su un altro continente ha le ali incrostrate di alghe, scendete!
Non pretendo di capire l’universo: è un bel po’ più grande di me.
Anthony Trollope scriveva romanzi gigamentali, e li sfornava con sorprendente regolarità. Scriveva per due ore e mezzo tutte le mattine prima di recarsi al lavoro. Se allo scoccare delle due ore e mezzo, era a metà di una frase, la lasciava incompleta fino al mattino dopo. E quando gli accadeva di finire uno dei suoi pesi massimi di seicento pagine con ancora quindici minuti da trascorrere a tavolino, scriveva fine, metteva da parte il manoscritto e cominciava a lavorare a un nuovo libro.
E canterò. NettareaDa me non cerchi ei lode,Se a lutulenta in braccioSorte tripudia e gode,E tra un’immensa schieraD’insania al carro avvintoscioglie con sua man neraA iniquitate il cinto.
Pilato non è mai morto; ma vive nel cuore di molte persone.
In fondo anch’io ero nato sapendo già tutto, o quasi… l’unica differenza sostanziale tra me e Picasso, si evidenziava nel diverso bisogno di “conoscere”. Io, sentivo in continuazione il bisogno di conoscere, coloro che si interessavano alle idee, comprandole!