Arcangelo Provitina – Sogno
E adesso sono qui nel mio letto ansioso di aspettare quella mano che ogni sera mi strappa il cervello e lo trasporta in un mondo immaginario che, chissà, può essere pure migliore…
E adesso sono qui nel mio letto ansioso di aspettare quella mano che ogni sera mi strappa il cervello e lo trasporta in un mondo immaginario che, chissà, può essere pure migliore…
Un Dio è l’uomo quando sogna, un mendicante quando riflette.
Vivo la notte, il mio sogno, lei: una realtà non mia al risveglio, ma io sorrido e vivo il sogno che voglio.
Insegui il tuo sogno, anche se dovessi arrampicarti fino al cielo. E se non lo raggiungerai, almeno avrai volato.
Non c’era nessuna risposta, altro che quella che la vita dà a tutte le questioni più complicate. E la risposta è questa: bisogna vivere secondo le necessità della giornata, cioè, dimenticare. Dimenticare nel sogno non è più possibile, almeno finché venga la notte: impossibile ora tornare a quella musica che cantavano le donne-ampolle; dunque bisogna dimenticare nel sogno della vita.
Stavo con i piedi fortemente poggiati sulle nuvole.
Il “troppo tardi” ha lo sguardo spietato di chi ti ha portato via tutto, lasciandoti lo spettro d’un sogno, che non appaga più la tua fame d’immenso.