Aristofane – Lavoro
Faccia il cielo che ognuno eserciti il mestiere che conosce.
Faccia il cielo che ognuno eserciti il mestiere che conosce.
Like diving into an Olympic pool, swimming the length underwater, then emerging gasping for breath. It’s so noisy that it’s quiet, you can’t hear; the flashlights are so blinding that it’s dark, you can’t see.È come nuotare in una piscina olimpionica, nuotando sott’acqua per tutta la lunghezza, e quindi emergere annaspando per respirare. È talmente rumoroso che è tranquillo, non puoi sentire; i flash delle macchine fotografiche sono così accecanti che è scuro, non puoi vedere.
Il cinema non morirà mai, ormai è nato e non può morire: morirà la sala cinematografica, forse, ma di questo non mi frega niente.
Già da bambina non avevo grandi ambizioni. Giocavo alla piccola disoccupata.
Il mio lavoro spesso non piace a chi mi comanda. Se comando io spesso i miei dipendenti non mi obbediscono. Mi licenzio spesso nei due casi. Per lo stesso motivo né chiedo elemosina né la faccio. Alla lotteria non vinco. La fiducia in me stesso è incrollabile, ma non ho speranze. Mi piace essere, ma non è un lavoro.
Non c’è vera ricchezza all’infuori dell’umano lavoro.
Chi lavora con le mani è un operaio; chi lo fa pure con il cervello è un artigiano; chi vi aggiunge il cuore è un artista.