Anna Maria D’Alò – Arte
La danza è la geometria dei corpi che tendono all’infinito.
La danza è la geometria dei corpi che tendono all’infinito.
La danza è trasportare la propria imperfezione nella divina perfezione dei movimenti del corpo, fino a toccare il cielo.
L’arte si crea, si ricrea e si trasforma per diventare ed essere ciò che è, agli occhi di chi è ammaliato.
L’arte si tinge dei colori dei minerali per essere diaspro, quarzo, lapislazzuli; dei colori dei fiori per essere rosa, tulipano, farfalla; dei colori della natura per essere viva nella natura.
Nell’opera artistica ognuno ammira ciò che riesce a cogliere e appropriarsene.
L’arte è la massima espressione del finito che si perde nell’infinito.
L’arsura delle emozioni si disseta alla inesauribile fonte dell’arte.
Non penso che la letteratura ci aiuti a tracciare il sentiero della nostra vita, ma sicuramente aiuta ad ispirarci.
La più nobile delle arti è l’arte stessa.
Si crea ogni volta che l’anima ha sete della bellezza.
L’arte vera non solo non è capita ma viene anche temuta.
Non tutto quello che scrivo, che scrivono le persone qui sopra è parte di sé. Non sempre ascoltando una canzone o leggendo un libro entri nella vita di uno scrittore o di un cantante. Eppure siamo convinti di questo, quando invece è bello guardarsi attorno, immedesimarsi in una storia qualunque, raccontarla.
Per l’artista la sua opera non è mai compiuta, gli manca il tocco finale di renderla viva.
L’artista vede sempre oltre il compiuto.
Penso che il lavoro dei più celebri registi, non sia nel limitarsi a realizzare semplicemente un film cinematografico, ma essenzialmente, nel prepararci psicologicamente a vedere quel qualcosa, che inevitabilmente avverrà o è già avvenuto nella nostra realtà.
Locali pieni, ma di gente vuota. Musei vuoti, ma d’arte pieni. Il mio è un Paese in cui se chiedi del Bernini, replicano: “con ghiaccio o liscio?”.
Mi rifiuto di pensare che un dipinto, ad esempio, possa ridursi a essere solo il risultato di un freddo processo di comunicazione che procede da un particolare punto a un altro. L’arte è un’azione, una prassi, una militanza e un dialogo, soprattutto. L’artista, però, non parla personalmente con il suo pubblico, non fa l’entertainer; lui conversa con sé stesso, porta la conversazione tra i presenti e la dona a loro senza preoccuparsi di come il dono verrà accolto. Prendendo parte a una mostra con qualcosa di proprio, il pittore accende promesse di significato che altri dovranno decifrare, finendo poi col fare i bagagli e passare a formulare un nuovo dialogo interiore.