Arthur Rimbaud – Stati d’Animo
O flutti abracadabranteschi, prendete il mio cuore e lavatelo.
O flutti abracadabranteschi, prendete il mio cuore e lavatelo.
Stanca di perdonare e di dar credito a tutte le giustificazioni della gente, ho imparato ad ascoltare me stessa prima di chiunque altro. Ho imparato a vivere e non a sopravvivere nel dolore e nell’attesa di qualcuno che promette ma non mantiene mai.
Mi piace quel che non dici dolce tramonto, fatto di sogni, e tu vento che con brezza leggera, accarezzi la mia solitudine, mentre ne avvolgi l’anima mia, facendoti spazio quasi prepotente ti posi con delicatezza sul battito del mio cuore ormai spento, e, sussurrando dici: è ora, ora d’innamorarsi di nuovo!
Ci sono persone che si credono speciali. Altre che silenziosamente lo sono.
C’è una contemplazione assorta e c’è quella orante.
Bisogna concedersi, prima o poi, correndo il rischio di amare, di rimanere delusi, di soffrire, di annullarsi e di riprendere in mano, infine, le redini della propria vita; non ha senso stare sotto vetro in eterno.
Il mio peggior difetto credere nelle persone, credere che la bontà prevalga sempre sulla cattiveria; credere che l’umiltà e l’altruismo prevalga sempre sul menefreghismo e l’egoismo. “Si sono credulona” perché mi fido, perché penso che tutti siano come me, ed è li che mi sbaglio.