Arthur Schopenhauer – Religione
Quando uno comincia a parlare di Dio, io non so di cosa parli, infatti le religioni, tutte, sono prodotti artificiali.
Quando uno comincia a parlare di Dio, io non so di cosa parli, infatti le religioni, tutte, sono prodotti artificiali.
Chi volge altrove l’orecchio per non ascoltare la legge, anche la sua preghiera è in abominio.
Ho già troppi problemi per pensare anche a risolvere i miei dubbi sulla religione.
Che sciocchi che siamo, crediamo in un essere superiore, ma ci dimentichiamo di credere prima di tutto in noi stessi, ed è per questo motivo che viviamo in un mondo dove tutto è lecito, ma la causa è divina.
I devoti, incapaci di accusare Dio di malvagità, si abituano a considerare i più duri colpi della sorte come prove indubbie della bontà celeste. Se sono immersi nel dolore, si ordina loro di credere che Dio li ama, che Dio li protegge, che Dio vuol metterli alla prova. Così la religione è arrivata a mutare il male in bene! Un incredulo diceva giustamente: “Se il buon Dio tratta così quelli che ama, lo prego con tutto il cuore di non pensare a me”.
Guai ai soli se non sono, nella loro solitudine, moltitudine contro la moltitudine. Moltitudine di virtù contro moltitudine di tentazioni. Quando poca è la virtù, occorre fare come quest’edera molle: afferrarsi ai rami di alberi robusti, per salire.
Espandi l’anima tua dinanzi a questo divin sole e non temere i suoi infuocati raggi, altrimenti il bozzolo non si schiuderà e non potrà venir fuori la formosissima farfalla.