Barbara Wertheim Tuchman – Libri
Non c’è nulla che mi faccia sentir male come la porta chiusa di una biblioteca.
Non c’è nulla che mi faccia sentir male come la porta chiusa di una biblioteca.
La leggenda narra di un uccello che canta una sola volta nella vita, più soavemente di ogni altra creatura al mondo. Da quando lascia il nido, cerca e cerca un grande rovo e non riposa finché non lo abbia trovato. Poi, cantando tra i rami crudi, si precipita sulla spina più lunga e affilata. E, mentre muore con la spina nel petto, vince il tormento superando nel canto l’allodola e l’usignuolo. Una melodia suprema il cui scotto è la vita. Ma il mondo intero tace per ascoltare, e Dio, in Paradiso, sorride.Al meglio si perviene soltanto con grande dolore… o così dice la leggenda.
“Andiamo, signore!”, disse. “Le cose non stanno esattamente così. Come ha fatto la lettera a tornare nella valigia?”Holmes, sorridendo, evitò lo sguardo scrutatore di quegli occhi tanto espressivi.”Anche noi abbiamo i nostri segreti diplomatici”, rispose e, preso il cappello, si avviò alla porta.
Quali che siano le cose, musica e poesia condividono se non altro il fatto di rappresentare uno tra i più affascinanti e insondabili misteri che legano, come poche altre cose, altri due misteri – ugualmente insondabili e affascinanti: l’uomo che dona e quello che riceve poesia. E tanto ci deve bastare.
Cercavo l’annebbiamento, il ripudio di me stessa, ma non riuscivo a raggiungerlo.
Bisogna sognare: aggrapparsi alla realtà con i nostri sogni, per non dimenticarci d’esser vivi.Bisogna sognare: e, nel sogno, ritroveremo valori che avevamo dimenticato, scopriremo valori ignorati, ravviseremo gli errori del nostro passato e la fisionomia del nostro avvenire.
Sai, a volte, mentre ti scrivo, provo una strana sensazione, totalmente fisica, come se prima di poterti parlare fossi costretto a vedere le parole che mi abbandonano in una lunga fila per giungere fino a te, per consegnarsi nelle tue mani.