Basilio Antoci – Silenzio
È facile cedere alla lusinghiera tentazione di compiacersi delle proprie banalità. Spesso, il decoro e la saggezza, si nascondono dentro il silenzio.
È facile cedere alla lusinghiera tentazione di compiacersi delle proprie banalità. Spesso, il decoro e la saggezza, si nascondono dentro il silenzio.
La notte è quella valle dove echeggiano i silenzi.
Nel silenzio della solitudine si ascolta meglio la voce dell’anima; ma poi è bello rispecchiarsi negli altri.
E poi arriva il silenzio, quello inevitabile, quello conclusivo, il cerotto sopra il taglio a cui è chiesto di assorbire il siero dell’addio. È silenzio vero, quello che non ha più nulla da dire perché tutto è già stato detto, giocato e tradito. È il silenzio del tempo, quello che si prende la vita quando si è vista sprecare le occasioni di felicità che ha offerto. È il silenzio della lealtà che rimane muta davanti alla sua stessa mutilazione e con lo sguardo al cielo, attende il nuovo giorno. È il silenzio duro, quello che durerà per sempre perché non ha nulla da perdonare a chi non comprende di avere sbagliato. È silenzio acido, quello che corroderà ciò che è rimasto. È il silenzio dell’addio.
Non interrompere mai la pazienza altrui, potresti sprofondare nel silenzio.
Le urla sì, fanno paura, ma il silenzio, Dio, il silenzio mi terrorizza. Il silenzio mi congela, mi fa rabbrividire e mi fa venire voglia di urlare.
Mi piacciono le persone che non hanno bisogno di dimostrare niente a nessuno, che sanno chi sono e dove vanno, ma lo fanno in silenzio.