Basilio Antoci – Stati d’Animo
Mi manca quella leggerezza con cui aspettavo chissà cosa.
Mi manca quella leggerezza con cui aspettavo chissà cosa.
Guardava il cielo e la pioggia che scendeva le incorniciava il volto. C’era quella preghiera, da sempre muta, ogni volta rivolta guardando l’immenso sopra di lei. Non otteneva risposta, ma non le importava, a lei non serviva. Le era sufficiente recitarla, per sentire riaccendersi la speranza perché era questo che le permetteva di andare avanti ogni volta. La speranza di essere ascoltata, ascoltata da “qualcuno” senza dover parlare.
È vero che una delusione ti rende più forte, ma ti rende anche più freddo e distaccato.
Quando la Vita diviene incubo le parole diventano porta.Non aprirla mai, se del prossimo ti importa.
Da buon universitario sessantottino ho sempre amato la pesca. Niente ti rilassa più’ di una canna.
La stanza dove vivo è ottusa, un po’ stretta, i muri all’apparenza imbiancati di fresco, fanno sembrare tutto pulito, non guardo le pareti, anche se per attimi mi appoggio spalle al muro, ma io sono “quella dell’anima”, quella che custodisce nel cuore gli attimi, come foto ad impreziosire tutto ciò che può impoverire la realtà. Nella mia stanza entra ogni giorno la luce di coloro che regalano respiri e sorrisi, attimi e pensieri, no, non da lontano, io voglio respirare, inebriarmi di vita, di cielo e di mare, di terra che sporca piedi nudi e questa non è che una stanza ed io in una stanza, non so stare.
Sono quel che sono in quanto sono. Che vi piaccia o no io vivo!