Benjamin Disraeli – Politica
La determinatezza non è il linguaggio della politica.
La determinatezza non è il linguaggio della politica.
Una volta al mese, per beneficenza, gli stadi dovrebbero ospitare i grandi giocatori che spiegano il calcio, quanti e quali sono i tipi di falli, come si tirano i rigori in rete o addosso ai portieri, come si offende, si danno colpi bassi, si fanno scherzi pesanti negli spogliatoi, come si mette fuori uso l’avversario. Tutti questi esempi dovrebbero essere fatti con squadre cavia composte da politici e burocrati uomini e donne, per metà sorteggiati ogni volta, l’altra metà in base alle ” simpatie del pubblico. I tifosi sarebbero autorizzati, anzi caldamente invitati a trattare le squadre ospiti come si trattano gli arbitri peggiori, naturalmente sarebbero graditi anche i lanci di oggetti in campo.
Cartello appeso fuori dai tribunali e procure italiane: il personale è tutto impegnato per i “casi politici”. Per le loro questioni di giustizia i cittadini si possono rivolgere ai tribunali europei. Per l’ingiustizia invece le porte sono sempre spalancate.
Non ho mai scritto una canzone politica. Le canzoni non possono cambiare il mondo, ormai ho smesso di pensarlo.
Il presidente della repubblica, il presidente del consiglio, i vari ministri, tutti chiedono ai cittadini la massima collaborazione con lo stato “per superare il grave momento”. Ma dov’è lo stato dove sono le sue istituzioni, quando è il cittadino ad avere bisogno?
Come classe politica abbiamo ciò che meritiamo. Come ambiente storia e cultura invece no, abbiamo molto più di ciò che meritiamo.
Ci meravigliamo di tutto quello che succede e vede coinvolti i cosiddetti uomini dello stato.Quando manca lo stato i cosiddetti “uomini dello stato” sono uomini che possono anche sentirsi liberi di agire in base alla loro discrezionalità ed anche fuori dalle regole.