Beppe Severgnini – Sport
Mai partire lasciandosi alle spalle le ultime parole famose, vecchio Zlatan! Tornano a perseguitarti, come fantasmi.
Mai partire lasciandosi alle spalle le ultime parole famose, vecchio Zlatan! Tornano a perseguitarti, come fantasmi.
Marcare a uomo? Non dirò mai a un mio calciatore di giocare solo per controllare un avversario.
Se vinci c’è una specie di timore nei tuoi confronti. Quando perdi, invece, quelli che sono stati zitti si sentono più forti.
Quel giorno, dopo essere salito sul podio del vincitore, passai davanti alla tribuna d’onore per rientrare negli spogliatoi. Il cancelliere tedesco mi guardò, si alzò in piedi e mi salutò con un cenno della mano. E io feci altrettanto. Penso che gli scrittori mostrarono del cattivo gusto nel criticare l’uomo del momento in Germania.
Le scarpette da calcio formano l’unica coppia al femminile che non sono invidiose l’una dell’altra e che collaborano per soddisfare lo stesso uomo.
Zidane è stato molto arrogante e l’ho insultato. Afferrai la sua maglietta per qualche secondo, si voltò e parlò con sarcasmo, guardandomi con una orribile arroganza: “Se vuoi la mia maglia, te la do più tardi”. Ho risposto con un insulto, è vero.
Il decennio di vittorie milaniste? Stranamente, mi ricordo solo le partite che hanno perso.