Bernardo Noto – Figli e bambini
L’unica cosa che ho visto brillare più dei fuochi d’artificio nelle torridi notti d’estate sono gli occhi di un padre alla nascita di suo figlio.
L’unica cosa che ho visto brillare più dei fuochi d’artificio nelle torridi notti d’estate sono gli occhi di un padre alla nascita di suo figlio.
La mamma mi fissa, immobile sulla porta.
Non c’è nulla di più dell’amore dei figli. Unico, immenso e soprattutto per “sempre”.
Mi manca un tuo abbraccio, quelli che mi davi quando da bambino correvo da te impaurito perché avevo fatto un brutto sogno, di quegli abbracci conservo ancora il calore perché erano avvolgenti, teneri e sinceri, abbracci che mi sono rimasti impressi nell’anima e che non dimenticherò mai.
Urlare per farsi obbedire dai figli è come suonare il clacson per far sterzare la macchina, e di solito ottiene lo stesso risultato.
Papà ma perché muoiono sempre le persone migliori, se tu vai in giardino, quali fiori strappi, quelli belli o quelli brutti?
So di essere un fallito, non occorre ripetermelo all’infinito. Sono un perdente e di sicuro non ho mai combinato mai nulla di buono. In quanto a fortuna non ne parliamo nemmeno. Di sicuro non sono mai stato il figlio che volevi. Mai ti ho dato una soddisfazione o un motivo per essere fiero di me. Posso solo dire che mi dispiace tanto di essere quello che sono. Comunque tranquillo, non sei l’unico. Mettiti l’anima in pace, io non sarò mai un vincente. Non ti aspettare nulla di buono, ma lascia che ti dica una cosa papà, io ho fatto e farò sempre del mio meglio. Davvero.