Bernardo Panzeca – Libertà
Preferisco essere suddito di un monarca che di uno sguardo. Il primo ti toglie il grano, il secondo il sonno.
Preferisco essere suddito di un monarca che di uno sguardo. Il primo ti toglie il grano, il secondo il sonno.
La libertà è l’altra ala della pace.
Siamo davvero liberi quando ci spogliamo delle apparenze e mostriamo il nostro vero “io” agli altri, senza curarci di incorrere nel loro stupido giudizio.
La libertà era un seme d’oro che un giorno Dio mise nel cuore dell’uomo. Da quel giorno, l’uomo ebbe il potere su se stesso e su ogni creatura di poter sciogliere ogni catena, ogni nodo e ogni barriera, se solo l’avesse desiderato. Quello stesso giorno un uccellino finì intrappolato in un rovo di spine. L’uomo, impietosito dal verso lamentoso del passerotto, lo afferrò con delicatezza liberandolo dalle acuminate spine che lo tenevano prigioniero. Dio, colpito da quella storia, donò un paio d’ali a tutti gli uccelli esistenti al mondo, affinché fossero in grado di salvarsi dai pericoli volando oltre gli ostacoli. E fu da allora che gli uccelli divennero per noi simbolo di sconfinata ed eterna libertà.
L’uomo dovrebbe essere tumulato nella propria cantina. È lì che dimora la sua storia.
La consapevolezza di ciò che si è realmente, ti fa sentire il profumo della libertà.
La prigione è il mio corpo, la libertà è la mia anima che dimora nel mio corpo: amo la mia prigione, perché è anche la mia libertà.