Bernardo Panzeca – Ricordi
Viaggio in treno per comodità, ma anche perché è l’unico mezzo dove siedono i migliori compagni di viaggio. I ricordi.
Viaggio in treno per comodità, ma anche perché è l’unico mezzo dove siedono i migliori compagni di viaggio. I ricordi.
E resto qui inerme, in solitudine ascoltando i battiti quando rivedono quello che fu, che mi rese felice. Resto in silenzio a fissare il mare dei miei ricordi.
Si fatica tanto per dimenticare, che basta un nonnulla per ricadere nella trappola dei ricordi.
Sogni vuoti, buttati in un cassetto e poi dimenticati, schiacciati con i piedi, scritti su un foglio e poi strappati dalla mente. Ecco, ho buttato, ho cancellato, vissuto, ma in tutto questo non c’è stato nemmeno un sogno avverato, o meglio, è stato distrutto o rovinato. Ma vado avanti sui miei passi ancora, sono più forti più duri di prima, ma sempre fanno parte di un cuore umile che sa amare, fanno parte di me.
La sua infanzia l’aveva trascorsa osservando la sera arrivare nel silenzio di due persone che, per quanto rumore potessero fare, non arrivavano mai a rompere il silenzio di fondo.
Una delle parole più interessanti, è “buco”. Ha dei significati e delle logiche diverse, o simili, in praticamente tutte le dottrine: ogni parte della scienza, inclusa la fisica e la matematica, architettura, religione, filosofia, medicina/anatomia, usato nella sua forma volgare per sfottere, o per andare da qualche parte. Un buco è il cerchio destino, è arte se è perfetto, ha due parti, entrambe di nature diverse, quella dell’ombra e della luce. Per qualcuno era stato il segnale di ingresso, tanto tempo fa, il modo per scoprire di aver attraversato la soglia, ed essere entrato in un nuovo universo, anche se questo fa parte di una scienza singolare ed unica, il sogno.
Rimpiangi solo ciò che non fai, ma che vorresti fare.