Bernardo Panzeca – Tempi Moderni
In un modo o nell’altro dovremmo essere riconoscenti al traffico. Se di tanto in tanto riflettiamo è anche merito di quest’ultimo.
In un modo o nell’altro dovremmo essere riconoscenti al traffico. Se di tanto in tanto riflettiamo è anche merito di quest’ultimo.
Si perde tanto tempo a scegliere il colore giusto del piercing labiale in base al colore dei denti, il colore della borsa in base alle scarpe, il colore dei capelli in base all’incarnato, e così poco tempo, invece, ad abbinare un cervello a quell’involucro di esteriorità.
Dicono che la fuga dalla realtà verso mondi immaginari sia qualcosa di per se stesso patologico: in realtà è quello che sperimentiamo quando vediamo un qualsiasi film o leggiamo un qualsiasi libro, oppure quando sogniamo. In realtà è qualcosa di indispensabile alla salute mentale purché non si esageri. Di questi tempi vi sono invece patologie molto pericolose che non vengono prese neanche in considerazione come il rifugiarsi in una fantomatica “normalità” perché si è insicuri e si ha paura di essere quello che si è.
Il calcio è la cosa più importante delle cose non importanti.
Nel mondo attuale ogni cultura, ogni letteratura, ogni arte appartengono a una classe ben determinata e sono quindi vincolate a una determinata politica. L’arte per l’arte, l’arte al di sopra delle classi, l’arte al di fuori della politica e indipendente da essa in realtà non esiste.
Di normale ormai non c’è altro che il sole e la luna che sorgono e tramontano fregandosene delle miserie di questa Terra.
La strada passava ma il mondo rimaneva fermo davanti a me.