Bruno Munari – Arte
L’arte è ricerca continua, assimilazione delle esperienze passate, aggiunta di esperienze nuove, nelle forma, nel contenuto, nella materia, nella tecnica, nei mezzi.
L’arte è ricerca continua, assimilazione delle esperienze passate, aggiunta di esperienze nuove, nelle forma, nel contenuto, nella materia, nella tecnica, nei mezzi.
Un attore è un vero ricercatore della verità solamente se riesce ad essere umile è onesto con la propria anima.
Dell’artista ammiro il coraggio di addentrarsi indifeso nel sentiero degli dei.
Danzala questa vita. È senza coreografia, bisogna improvvisare. Ascolta le note nell’aria. Rialzati se cadi. Non è un provino. Si va in scena, è un atto unico, senza prove. Indossa il tuo abito più bello, un po’ di trucco, le scarpette, il tuo sorriso. E danza. Danza. Danza e continua a danzare.
…si dipingeranno esseri viventi che respirano e sentono, soffrono e amano. Sento che lo farò,…
La vita è come un’opera teatrale dove ogni attore si troverà, prima o poi, a recitare il suo ultimo atto.
Perché esista arte, perché esista un qualsiasi fare e contemplare artistico, è indispensabile un presupposto fisiologico: l’ebbrezza. L’ebbrezza deve prima aver accresciuto l’eccitabilità dell’intera macchina: altrimenti non si giunge all’arte. Tutte le specie di ebbrezza per quanto diversamente condizionate, possiedono la forza di far ciò: soprattutto l’ebbrezza dell’eccitazione sessuale, la più antica e originaria forma di ebbrezza. Ugualmente l’ebbrezza che sopraggiunge al seguito di tutte le grandi brame, di tutti i forti affetti; l’ebbrezza della festa, della gara, del pezzo di bravura, della vittoria, di ogni commozione estrema; l’ebbrezza della crudeltà; l’ebbrezza della distruzione; l’ebbrezza prodotta da determinati influssi meteorologici, per esempio l’ebbrezza della primavera; oppure dall’influsso dei narcotici; infine l’ebbrezza della volontà, di una volontà sovraccarica e turgida. – l’essenziale dell’ebbrezza è il senso dell’aumento di forza e della pienezza. Da questo si comunicano sentimenti alle cose, le si costringe a prendere da noi, le si violenta – questo processo vien detto idealizzare. Sbarazziamoci qui di un pregiudizio: idealizzare non consiste, come comunemente si crede, nel togliere o eliminare ciò che è piccolo, secondario. Quel che importa è piuttosto spinger fuori, grandiosamente, i tratti principali in modo che gli altri scompaiano.