Carlo Cabras – Carità
Il primo povero da accogliere siamo noi stessi, perchè la nostra povertà, a parte Dio, nessuno la vuole.
Il primo povero da accogliere siamo noi stessi, perchè la nostra povertà, a parte Dio, nessuno la vuole.
Un giovane cadde nella miseria, divenuto accattone si rassegnò. Improvvisamente una persona seria, si avvicino e un’assegno gli assegnò. Il poverino dalla disperazione accettò la carità con vergogna. È quell’uomo da questa buona azione, tolse il pezzente dalla rogna. La colomba bianca e brillante donò al giovane, l’amore della vita e la luce abbagliante. La infelicità divenne felicità, la malattia divenne salute, la sofferenza divenne serenità.
La carità equivale all’insieme di tutti i precetti.
Difficile difendersi dai benefattori.
L’elemosina avvilisce tanto chi la riceve che chi la fa.
1] Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.[2] e se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla.[3] e se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova.[4] La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, [5] non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, [6] non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità. [7] Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. [8] La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà. [9] La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia. [10] Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. [11] Quand’ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l’ho abbandonato. [12] Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto.[13] Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!
La carità dispensa lo stato dal suo dovere sociale.Equivale a demandare al privato una missione dello Stato.
L’abnegazione, la carità, sono il più delle volte il risultato d’un difetto di vita personale.
Vorrei tanto essere un clown perchè è l’espressione più alta del benefattore.
La carità crea una moltitudine di peccati.
Rallegratevi con i lieti e piangete con chi piange.
Un maiale soccorso vale un mondo sgozzato.
La carità che non costa niente il cielo l’ignora.
Sei caritatevole, certo, quando tu doni: ma mentre doni, gira il tuo capo in modo che tu non veda l’imbarazzo di colui che riceve.
Non vi sarebbe commiserazione se non creassimo il povero, e la pena non esisterebbe se tutti fossero felici come noi.
Non far seguire atti concreti alle profonde parole di conforto rivolte al fratello bisognoso è come sventolare il policromo labaro, solo per dire: “Pure io c’ero”.
L’opera umana più bella è di essere utile al prossimo.