Giulio Pintus – Carità
Nessuna parola spesa è più forte di quella pronunciata da chi vorrebbe sentirsela dire.
Nessuna parola spesa è più forte di quella pronunciata da chi vorrebbe sentirsela dire.
Mettiamo a nudo il nostro cuore e la nostra anima rivestendoci di una perenne luce interiore, l’unica che ci permetterà di aprirci agli altri per poter agire onestamente e aiutare i nostri fratelli bisognosi.
Anche se son poche le persone buone: amatele, perché quelle che vi vorranno male saranno sempre più numerose.
L’amore è dare senza necessità di ricevere, donare è il nutrimento dell’anima.
Non possiamo misurare la bontà di un dono con criteri umani, perché il donare che viene dall’Anima è inestimabile.
Siamo molto più di quel che immaginiamo, siamo portatori sani di Gioia. Magari non saremo mai premiati per quelle piccole gesta di carità, gentilezze generose, amore gratuito che seminiamo lungo il nostro cammino, ma infondo noi lo sappiamo e non ci aspettiamo niente, quella gentilezza è parte del nostro esistere, un istinto naturale, è la luce sincera della nostra Anima, quella che scaccia via la notte dal cuore.
Il bene lo si fa a fatti e non a parole. E lo si fa non togliendo il proprio superfluo per darlo ai più bisognosi; ma annullando se stessi per poter dare sollievo a chi sta peggio di noi. Questo è fare del bene veramente.
Dispiace a tutti, però poi non frega niente a nessuno!
La tua capacità va in base a quello che sei stato chiamato a dare; e non in base a quello che vorresti poter dare.
Carità significa ridare la gioia agli occhi di un bambino…
L’assistenza non ha valore a meno che non venga prodigata con piacere, quando si esercità per dare nell’occhio o per paura dell’opinione pubblica, è gravosa e avvilente. L’aiuto dispensato senza gioia non benefica né il datore né il ricevente; invece scompaiono gli altri piaceri e le altre passioni se paragonati alla gioia che procura il prendersi lietamente cura del proprio prossimo.
Chi tenev ‘o ffuoc campav…e chi tenev ‘o mangià murett…Chi aveva il fuoco campò…e chi aveva il cibo morì…Chi tenev ‘o ffuoc fece scarfàa chi nun ciavev dat ‘nu piezz ‘e panee ci salvav ‘a vita…Chi aveva il fuoco fece riscaldarea chi gli aveva negato un pezzo di panee gli salvò la vita…Ricambiando il bene al posto del malesi possono rendere le persone buone…
È nel momento in cui si accetta, in cui si fa il dono di sé, che si è sicuri della fede.
La migliore cura per un cuore nostalgico è elargire affetto a qualcun altro.
Il povero chiese al ricco un pezzo di pane, ma gli fu negato…Il ricco chiese al povero un fuoco per riscaldarsi e gli fu prontamente donato…
Siamo uno stato senza governatore, senza un Papa. Siamo un popolo che ha bisogno ora di un ottimo presidente del consiglio, di un grande Papa, di un buon capo di Stato. Il primo ci deve dar sicurezza il secondo ci deve far tornar ad amare il terzo ci deve far tornare credibili dinnanzi a tutti.
La carità è la spia verde del nostro mondo se ancora non ha perso il vero senso dell’umanità.