Michele Acanfora – Carità
Poche cose riescono a riempirci interiormente, quanto il metterci a disposizione del prossimo.
Poche cose riescono a riempirci interiormente, quanto il metterci a disposizione del prossimo.
A te che giudichi le persone disabili o diversamente abili come si dice oggi. Loro vorrebbero entrare nel tuo mondo, frequentare le tue scuole, i tuoi parchi, vorrebbero sorridere dei tuoi sorrisi, prendere la tua mano per farti capire che non sono diversi da te. Non sentono il disagio della tua presenza, vorrebbero essere accettati come parte importante di questo mondo, come lo sei tu. Dove è la diversità? Se non riesci ad accettare un tuo simile in realtà il vero disabile sei tu. Tu crei la diversità, imparo più cose da persone che tu consideri disabili, da quelle cosi dette abili. Un essere umano non può essere considerato diverso da un altro, forse più o meno fortunato ma mai diverso.
La migliore cura per un cuore nostalgico è elargire affetto a qualcun altro.
Siamo uno stato senza governatore, senza un Papa. Siamo un popolo che ha bisogno ora di un ottimo presidente del consiglio, di un grande Papa, di un buon capo di Stato. Il primo ci deve dar sicurezza il secondo ci deve far tornar ad amare il terzo ci deve far tornare credibili dinnanzi a tutti.
Le persone sensibili sono straordinarie, hanno l’anima negli occhi e osservano le sofferenze altrui con un alto livello di compassione il loro cuore condivide il dolore del prossimo come fosse il propio dolore. Questo carisma piange le ingiustizie del mondo meglio di milioni di notizie!
Abbraccia la povertà altrui piantando la ricchezza del tuo cuore nel giardino della sua anima. Carezza il suo dolore baciando la malinconica tristezza che fuoriesce dai suoi occhi stanchi di piangere.
Il donare appartiene al cuore che nutre amore. Offriamo il nostro amare per saziare la fame di chi non trova niente che lo sfami.
Anche se son poche le persone buone: amatele, perché quelle che vi vorranno male saranno sempre più numerose.
L’amore è dare senza necessità di ricevere, donare è il nutrimento dell’anima.
Non possiamo misurare la bontà di un dono con criteri umani, perché il donare che viene dall’Anima è inestimabile.
Siamo molto più di quel che immaginiamo, siamo portatori sani di Gioia. Magari non saremo mai premiati per quelle piccole gesta di carità, gentilezze generose, amore gratuito che seminiamo lungo il nostro cammino, ma infondo noi lo sappiamo e non ci aspettiamo niente, quella gentilezza è parte del nostro esistere, un istinto naturale, è la luce sincera della nostra Anima, quella che scaccia via la notte dal cuore.
Il bene lo si fa a fatti e non a parole. E lo si fa non togliendo il proprio superfluo per darlo ai più bisognosi; ma annullando se stessi per poter dare sollievo a chi sta peggio di noi. Questo è fare del bene veramente.
Dispiace a tutti, però poi non frega niente a nessuno!
La tua capacità va in base a quello che sei stato chiamato a dare; e non in base a quello che vorresti poter dare.
Carità significa ridare la gioia agli occhi di un bambino…
L’assistenza non ha valore a meno che non venga prodigata con piacere, quando si esercità per dare nell’occhio o per paura dell’opinione pubblica, è gravosa e avvilente. L’aiuto dispensato senza gioia non benefica né il datore né il ricevente; invece scompaiono gli altri piaceri e le altre passioni se paragonati alla gioia che procura il prendersi lietamente cura del proprio prossimo.
Chi tenev ‘o ffuoc campav…e chi tenev ‘o mangià murett…Chi aveva il fuoco campò…e chi aveva il cibo morì…Chi tenev ‘o ffuoc fece scarfàa chi nun ciavev dat ‘nu piezz ‘e panee ci salvav ‘a vita…Chi aveva il fuoco fece riscaldarea chi gli aveva negato un pezzo di panee gli salvò la vita…Ricambiando il bene al posto del malesi possono rendere le persone buone…