Carl Gustav Jung – Religione
La parola credere è una cosa difficile per me. Io non credo. Devo avere una ragione per certe ipotesi. Anche se conosco una cosa non è detto che debba crederci.
La parola credere è una cosa difficile per me. Io non credo. Devo avere una ragione per certe ipotesi. Anche se conosco una cosa non è detto che debba crederci.
Quando faccio bene mi sento bene; quando faccio male mi sento male. Questa è la mia religione.
LA VITA È UN VIAGGIOA rendere più sicuro il viaggio occorre provvedere l’equipaggiamento necessario alle mani e ai piedi. Bisogna coprirci i piedi, perché le spine di questa vita, che sono i peccati, non ci danneggino. Ci occorrono perciò calzature robuste (che fuor di metafora sono le austerità e le mortificazioni), capaci di spezzare la punta delle spine, di impedire cioè che il peccato penetri nell’anima fin dagli inizi, quando cioè si presenta in forma attraente ed entra in noi furtivamente. Una tunica lunga fino ai piedi e chiusa tutt’intorno non pare molto adatta per un viaggio, che Dio vuole condotto speditamente. Essa dovrebbe essere interpretata come il simbolo delle piacevoli comodità della vita che la retta ragione, al pari di una fascia attorno ai fianchi, deve cercare di ridurre al minimo indispensabile. Questa fascia è la saggezza. Il bastone, destinato a tener distanti i cani, rappresenta invece le parole della speranza cui ci appoggiamo nelle stanchezze dell’anima e con le quali ci difendiamo dai rabbiosi assalti dei nemici.
Noi atei crediamo di dover agire secondo coscienza per un principio morale, non perché ci aspettiamo una ricompensa in Paradiso.
Ho già troppi problemi per pensare anche a risolvere i miei dubbi sulla religione.
Tutti hanno il loro fardello di peccati da portare. Tu conosci qual è il tuo?
Tutte le religioni sono d’accordo su un punto.L’apice della propria esistenza, della felicità, della concentrazione, della conoscenza, dell’impegno, di ciò che la religione ci dice che dobbiamo fare… quell’apice è sempre la morte.