Carla Compierchio – Stati d’Animo
Chi lo ha detto che disabilità significa inabilità?
Chi lo ha detto che disabilità significa inabilità?
Mi odio. Mi odio perché sono il tipo di persona che non riesce a tirar fuori le solite frasi dolci. Non a voce. Ci provo pure a farle uscire, tra me e me penso “adesso glielo dico un – mi manchi”. Ma come se in quel momento, come un nodo stretto, mi andasse via la voce. Non sono portata per i “ti amo” urlati, per i “abbracciami” richiesti. Sono più la ragazza di un “vaffanculo”, di un “ti odio”, di “non li voglio i tuoi baci”, seguiti da sorrisi, da abbracci silenziosi. Mi odio perché sono così chiusa, barricata in me stessa, mix di paure e incertezze da portare una corazza, chiamata “acidità”.
Si muore non una, ma mille volte quando a ferire è la mano che prima stringeva la tua.
Le stelle cadenti fanno luce per un attimo.Poi ripiomba il buio…Spero che il brillare della mia stella non sia solo un soffio nel cielo, ma, chiaro e forte, possa dar luce per tutto il tempo che serve a orientarsi…
Sono vera perché ho un cuore che si emoziona ancora, perché non so fingere sui sentimenti e non so nascondermi dietro falsi sorrisi.
Non perderò mai la consapevolezza di sapere che al mondo c’è posto anche per chi vive di piccole emozioni, per chi si accontenta di un semplice momento che dona felicità.
Nulla eguaglia in lunghezza quei giorni zoppicanti in cui, sotto pesanti fiocchi di nevose annate, la noia, frutto della triste indifferenza, assume proporzioni d’immortalità.