Carla Compierchio – Vita
La diversità non è “categoria”. Nessuno è “incasellabile” in una categoria o etichettabile in una definizione precisa. La nostra diversità ci rende unici ed interessanti, null’altro.
La diversità non è “categoria”. Nessuno è “incasellabile” in una categoria o etichettabile in una definizione precisa. La nostra diversità ci rende unici ed interessanti, null’altro.
Il tempo è come la corteccia degli alberi, ricopre di una veste leggera gli esseri umani lasciando però trasparire le tracce dell’età.
Veniamo al mondo piangendo. Il nostro primo approccio con la realtà sono le lacrime, la prima sensazione che proviamo è il dolore. Quasi come un presagio, un avvertimento che tutta la nostra vita girerà intorno a vari dolori. Dal momento in cui tagliamo il cordone ombelicale inizia la nostra ricerca, volta a qualcuno che possa darci di nuovo quella sensazione di pace, ti tranquillità, nel grembo materno. Qualcuno che ci faccia provare quel nodo allo stomaco quando è lontano, e stavolta non parlo dell’ombelico. Qualcuno che possa essere un sollievo in mezzo al dolore. Passiamo la vita nella ricerca di qualcosa, senza renderci conto, che forse, quel qualcosa non esiste.
Niente è come la giovinezza. Gli uomini di mezza età sono sotto ipoteca della vita, i vecchi si trovano nel suo ripostiglio. Ma i giovani sono i Signori della Vita. La giovinezza si trova di fronte a un regno. Ogni uomo nasce re, ma la più parte degli uomini muore in esilio, proprio come la più parte dei re.
“Ecco le tue solite fantasie – disse Alberto – tu esageri tutto, e in questo caso hai per lo meno il torto di paragonare il suicidio di cui ora è questione, con delle grandi gesta, mentre esso non può esser considerato che come una debolezza, poiché certo è più facile morire che sopportare con fermezza una vita dolorosa”.Ero sul punto di interrompere il discorso, perché niente mi mette così fuori dei gangheri come vedere qualcuno armato di insignificanti luoghi comuni mentre io parlo con tutto il cuore. Pure mi contenni, perché molte volte ho sentito addurre quell’argomento e me ne sono indignato; risposi dunque alquanto vivamente: “Tu lo chiami una debolezza? Ti prego, non lasciarti ingannare dall’apparenza. Puoi chiamare debole un popolo che geme sotto il giogo di un tiranno se, infine, fremendo, spezza le sue catene? Un uomo che nel terrore di vedere la sua casa in preda alle fiamme sente le sue forze centuplicate, e solleva facilmente dei pesi che a mente calma potrebbe appena muovere? E uno che nel calore dell’offesa ne affronta sei, e li vince, tu lo chiami debole? E, mio caro, se lo sforzo costituisce la forza, perché lo sforzo supremo dovrebbe essere il contrario?”
Quando la vita mi chiederà conto, una porta per me si riaprirà! Si fugge spesso dall’ignoto ma l’ombra della morte spesso è vicina a tutti e ogni giorno che passa guardiamo, assaporiamo meglio la vita, viviamo più intensamente i momenti che ci regala, giorno per giorno. I sogni diventano sempre più irraggiungibili e la rassegnazione di ciò che potevamo realizzare e non si è fatto prende il sopravvento.Adorabile Vita, ti amo per quello che mi hai dato perché sai ricambiare il mio amore per te. Io stessa sono un dono che ha donato e farà donare ciò che di più bello esiste: la Vita. Nelle mie pagine c’è la vita, ogni pensiero ne è ricco, c’è rinascita, tristezza, sconfitte, pianto ma in ogni pagina riaffiorerà sempre la vita.
Ci sono persone, che vivono cosi bene la loro vita da sembrare stupide.