Carlo Maria Martini – Religione
Dobbiamo entrare nella preghiera come poveri non come possidenti.
Dobbiamo entrare nella preghiera come poveri non come possidenti.
La divinità è il frutto intimo dell’amor proprio di ogni essere umano. Nessuno potrà mai affermare se è una invenzione od una scoperta. L’uomo la vive come meta perfezionante; le leggi universali appaiono come sua testimonianza; l’amore e la giustizia come sue prerogative; la morte come suo intervento pacificatore. Quale specchio miracoloso potrà mai mostrare all’uomo il volto di Dio?
Gesù! Entra nella mia vita e cambiala! Si realizzi ogni cosa nel Tuo Nome, per le Tue promesse! Sia fatta così la Volontà di Dio nostro Padre!Sorreggimi nel dolore e asciuga le mie lacrime!Aiutami nel cammino di questo mio passaggio terreno, perché so che l’eternità non appartiene a questa dimensione. Voglio conoscere la Tua Pace!Metto nelle Tue la mia vita e tutto ciò che ne fa parte.Affido tutto a Te!Gesù, abbracciami in questa e nell’altra vita.
La troppa religiosità può essere un primo passo verso il fanatismo. Ed il fanatismo è una cosa odiosa e pericolosa!
Quando i limiti sono trascesi viene a mancare il riferimento all’esperienza possibile, così l’uomo cade nelle “inevitabili illusioni della ragione umana”.
Ho scoperto che ogni cosa al mondo è perfetta e Dio sa quello che fa, anche se noi non lo sappiamo. Lui ci tiene per mano conducendo le nostre anime dove si esige la nostra presenza.
Dio era soddisfatto della sua opera, e questo è un errore fatale.